Gli esercenti: «Frenati da proteste e burocrazia»

Perplessità sulla proposta di dare da mangiare e fare musica nei locali la notte Botto dell’Unione: «Servono chiarezza sugli orari e sicurezza per i residenti»


di Luca Marognoli


TRENTO. Sono tanti 14 mila studenti universitari, ma non abbastanza da giustificare il rischio d’impresa di tenere aperto oltre la mezzanotte per rifocillare chi esce dalla biblioteca del Cial. Gli esercenti non se la sentono di rischiare, ma non è solo “colpa” di una scarsa propensione a mettersi in gioco. Ci sono anche due ostacoli concreti: i residenti poco inclini a tollerare il rumore e il combinato disposto di normative severe e laccioli burocatici.

Maurizio Menta è il giovane titolare di “Uva & Menta”, ristorante - pizzeria di via Dietro le Mura di piazza Fiera. «Siamo aperti fino a mezzanotte: dopo non ne vale molto la pena, anche perché ci sono quei due tre locali, come Pedavena, Green Tower e Vesuvio che fanno da mangiare fino alle 2. I costi del personale sono molto elevati e non ci fidiamo a tenere aperto: è rischioso per via dei vicini che si sono già lamentati». Non solo cibo, spesso i giovani si lamentano per la vita notturna un po’ troppo “fiacca”. «I locali potenzialmente ci sono», continua Menta. «Non so se sia una questione di organizzazione o di mancanza di un'utenza notturna adeguata». La domanda si può sempre creare. «Sì, negli ultimi anni c'è stato un boom di universitari: è anormale che non ci sia qualche imprenditore che investa. “Vino e sensi” ci ha provato, anche la Cantinota, ma ha problemi di controlli. I trentini non sono ancora entrati nello spirito di città universitaria. La città li vuole, ma poi non gli dà quello che chiedono. Si fa fatica anche a causa della burocrazia...».

Cauto anche Walter Botto, barista e rappresentante cittadino degli esercenti per l'Unione: «In città c'è già chi tiene aperto fino a tardi: ho in mente un locale che dista 5 minuti a Piedi dal Duomo. Ma dovrebbe essere strapieno se ci fosse effettivamente questa grande richiesta. Lo stesso per chi offre la pizza a 5 euro e la mangi finché sei sazio: a casa tua spendi di più.... Sono il primo a dire che l'università è una risorsa, però non darei per scontato che un locale aprendo dopo mezzanotte faccia i numeri». Il barista parla anche del “caso - concertini”: «Se il Comune non interviene per mettere un tetto ai Decibel è assurda una delibera che prevede la possibilità di fare musica senza amplificatori. Sono due le cose da fare. La prima, agire sugli orari: musica non oltre le 11. La seconda è la sicurezza: le forze dell’ordine devono fermare chi urina per strada e devasta le fioriere. Se il concerto si svolge nella normalità, finisce presto e non lascia tracce, il residente tollererà. E' una via di mezzo accettabile».

Dove si fanno le ore piccole è al ristorante - giardino La Cantinota, che è anche disco dance club. «Siamo sulla piazza da 30 anni, tanto che ci hanno classificato anche come bottega storica», dice Filippo Ioniez, il titolare. «L'orario va dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 4 di mattina. Se qualcuno è affamato lo accontentiamo, magari con piatti freddi o dolci. Io ho 29 anni e da 10 ho presente la situazione. A chi vuole mangiare non resta altro che andare a casa o in viale Rovereto, al panificio Dalprà. Le idee non mancano, ma Trento è una piazza particolare e bisogna essere cauti. Noi potremmo fare pizze o panini, arriverebbe gente anche da fuori ma bisognerebbe “combattere” con i residenti. Meglio andare avanti a “recie basse”: abbiamo assunto due persone che invitano chi esce a non fare schiamazzi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano