IL CASO

Gli ambientalisti se la prendono con l'escursionista ferito dall'orso

Secondo l'Enpa e la Lac non si può parlare di aggressione da parte dell'animale. Degasperi attacca la Provincia



TRENTO. Allo stato attuale, come emerge anche dalla ricostruzione fatta dalla Provincia di Trento non c'è alcun elemento che colleghi il ferimento di un escursionista, avvenuto in Trentino sulle pendici della Paganella, all'aggressione di un orso. Nessun elemento tranne le dichiarazioni rese dall'uomo stesso, unico e solo testimone del fatto, visto che il plantigrado in questione, ammesso sia mai stato sul posto, non è in grado di replicare alle accuse». Lo ha dichiarato la presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali Carla Rocchi che chiede alle autorità di fare chiarezza sull'accaduto e che fino ad allora riterrà inattendibili le parole dell'uomo.

«La ricostruzione dell'episodio fatta dall'escursionista - aggiunge l'Enpa - risulta essere nebulosa e contraddittoria, ma, soprattutto,le ferite che sarebbero state causate al plantigrado risultano ben poco compatibili con quelle dell'artiglio di un orso, produttivo di conseguenze ben più gravi di cinque punti di sutura. Sembra quasi che l'allarme orso sia diventato un nuovo tipo di "tomentone estivo"». L'Enpa si augura che non si ripeta un nuovo caso Daniza: «Nessuno, con l'obiettivo di ottenere facili consensi, strumentalizzi questa nuova situazione;per fomentare falsi allarmi e per fare del terrorismo psicologico contro i cittadini e contro gli animali.Ma, soprattutto, nessuno sia tentato di seguire l'esperienza del passato: milioni di cittadini italiani non sono in alcun modo disposti a tollerare un nuovo caso Daniza. Noi faremo di tutto perché ciò non accada».

Sull'episodio interviene anche il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi che attacca la Provincia: "Viene da chiedersi se il progetto Life Ursus non sia basato completamente sul caso. Pare non si sappia quanti siano i plantigradi, dove siano, cosa facciano. Eppure dopo quello che è successo l'estate scorsa era stata messa in piedi una "task force" affinché situazioni simili a quella di Daniza non avessero più a ripetersi, ma se questi sono i risultati, evidentemente qualcosa ancora non funziona. Con questa gestione si sta trasformando un'opportunità in un problema. Gli orsi ci sono in molti altri luoghi, dove la loro gestione non desta particolari problemi ed anzi essi fungono da eccezionale richiamo per turisti consapevoli, che sono messi in grado di osservare questi maestosi animali nel loro habitat naturale facendo propria un'esperienza unica di crescita personale e culturale, basti pensare al fatto che ci sono persone disponibili a viaggiare migliaia e migliaia di chilometri per andare in Canada ad osservare gli orsi che danno la caccia ai salmoni. Da noi invece la Provincia si limita a sfruttare l'orso giusto per le immagini sulle brochure e poi se ne parla solo quando avviene un qualche episodio disgraziato".

La delegata trentina della Lac (la Lega anticaccia), Caterina Rosa Marino, se la prende con l'escursionista "Esprimiamo massima solidarietà alla persona ferita, vittima della carenza di informazioni: non era formato e informato su come è corretto muoversi in aree frequentate da orsi e non sapeva come regolarsi in caso di incontro, infatti ha, purtroppo, commesso molti errori.













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