Gli albergatori: quel casello va riaperto

«Trento centro chiuso senza motivo». Ma l'Autobrennero: «Non si cambia»



TRENTO. «Il casello di Trento centro va riaperto: la chiusura è stata decisa senza un vero motivo e non ha risolto nulla. Formalizzeremo al più presto una richiesta all'Autobrennero, alla Provincia e al Comune». Natale Rigotti, presidente degli albergatori cittadini (ma anche del Coordinamento imprenditori del Trentino), è pronto alla battaglia: «Sto proprio diramando le convocazioni per una riunione la prossima settimana: in quella sede riproporremo in modo chiaro la questione».

Si riaccende dunque lo scontro attorno alla chiusura in uscita del casello autostradale di Trento centro, avvenuta lo scorso 23 maggio. Le motivazioni che porta Rigotti sono quelle di chi, rappresentando un'intera categoria, in questi mesi ha ricevuto proteste a raffica. «Non è possibile - afferma - che su un servizio che collega Trento all'Europa, oltre che al resto d'Italia, gli amministratori decidano autonomamente senza sentire gli operatori economici del territorio».

È una posizione sostenuta anche dal presidente provinciale degli albergatori Luca Libardi: «La questione va riaperta. Ora che sono trascorsi diversi mesi dalla chiusura, c'è la possibilità di ragionare sugli effetti che la chiusura del casello ha avuto: sul piano del traffico, mi sembra che si sia semplicemente spostato sulla tangenziale. Ma quelli più pesanti sono sul turismo: i nostri associati ci segnalano da tempo danni economici». Gli albergatori parlano infatti di un calo dei clienti provocato dalla fine di quella che era, a tutti gli effetti, un'opportunità a vantaggio dei turisti di cui godono ben poche città: l'uscita dall'autostrada in prossimità del centro.

Lo spiega anche Marco Eccel, dell'hotel garni Villa Fontana, che stando in via Fratelli Fontana è il più vicino alla rotatoria di via Berlino. «È prematuro parlare di un calo dei clienti - afferma - ma è stata una decisione incomprensibile: avrei capito se si fosse trattato di eliminare un parco per costruire una strada, ma casello e rotatoria già c'erano. E comunque il traffico da lì è stato solo spostato sulla tangenziale, che infatti adesso è congestionata. Tanto che diversi nostri clienti si sono lamentati, una volta usciti dall'A22 a Trento sud, di essere rimasti bloccati anche mezz'ora». Senza esagerare («da noi qui in Bondone prima ancora dei collegamenti il problema è costituito dal prodotto turistico...»), parla di ripercussioni sulla propria attività anche Alberto Barbieri dell'hotel Montana: «Anche se meno di quanto avevamo ipotizzato, disagi ce ne sono stati - afferma - i nuovi clienti ovviamente non hanno eccepito, non conoscendo la situazione precedente all'uscita obbligata a Trento sud. Qualche altro, colto di sorpresa rispetto al passato, invece si è perso. Molti si sono comunque lamentati della chiusura del casello, che era così comodo per raggiungere la montagna».

Si è perso insomma quel senso di immediatezza tra l'uscita dall'A22 e la salita per il Bondone che, spiega, «in una situazione difficile come la nostra ci dava qualche possibilità in più. Ora invece si devono percorrere 5 chilometri di tangenziale: non sono un'enormità, ma le uscite si susseguono una dopo l'altra e per chi non è pratico non è facile orientarsi. Infatti alcuni nostri clienti sono finiti a Pergine o a Trento nord... Prima, a chi ci telefonava per informazioni, bastava rispondere "dopo il casello la prima a destra": era fantastico. Ora la differenza è evidente. Ma non voglio confrontare questo mio disagio con i vantaggi che la chiusura del casello potrebbe, e sottolineo potrebbe, aver portato ad altri. Diciamo che sono pacatamente insoddisfatto».

Sul fronte Società Autobrennero, però, la saracinesca del casello in uscita sembra chiusa a doppia mandata. Se il direttore tecnico Claudio Costa conferma che «il sistema della circolazione, per come è articolato ora, ha risolto i problemi dell'intasamento in uscita senza pesare sui caselli di Trento sud e Trento nord», il presidente Paolo Duiella è drastico: «Trento centro rimarrà così com'è: aperto in entrata, il che non provoca problemi di traffico né dentro né fuori dall'A22, e chiuso in uscita, se non per i mezzi di emergenza».

E benché il casello sia obsoleto, specie se confrontato con quello nuovo di Trento sud, per lavori di rifacimento non c'è urgenza. Ma è soprattutto il giudizio sui risultati relativi al traffico ad essere positivo: «Prima - spiega Duiella - l'intasamento della rotatoria faceva sì che, spesso, i mezzi non riuscivano neppure a oltrepassare il casello bloccando addirittura la bretella in uscita dalla corsia, con gravi situazioni di pericolo. Ora non è più così».













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