«Giunta regionale, il posto spetta a noi»

Civico all’attacco: «Il Pd altoatesino ha già avuto, non può pretendere l’assessorato. Allargare l’esecutivo? Indecente»


di Chiara Bert


TRENTO. «Il Pd altoatesino ha due deputati su tre e un senatore su due. In Regione sono due (Tommasini e Bizzo, ndr) su 11, mi pare che non ci siano margini per pretendere l’assessorato italiano in Regione. Anche tenuto conto del fatto che hanno entrambi incarichi prestigiosi in provincia». Il capogruppo del Pd trentino Mattia Civico va all’attacco (via Facebook) sulla partita che vede i due Pd provinciali rivendicare entrambi un posto nella nuova giunta regionale.

Archiviate le feste natalizie, oggi i palazzi della politica riaprono i battenti. I democratici trentini stasera riuniscono il proprio coordinamento, e tra i temi caldi all’ordine del giorno ci sarà appunto quello degli assetti nell’esecutivo regionale, dove il Pd altoatesino reclama un posto per Roberto Bizzo, ex assessore provinciale (e regionale) rimasto però fuori dalla nuova giunta Kompatscher. Di qui l’accordo tra Svp e Pd per risarcirlo con un posto nella giunta regionale, oltre ai due che spettano a Svp e ladini. «Farò il possibile per far entrare il Pd altoatesino nella giunta», ha confermato nei giorni scorsi il presidente altoatesino designato Arno Kompatscher. Che già in settimana, dopo il suo insediamento che avverrà giovedì, incontrerà il governatore trentino Ugo Rossi.

Dal fronte trentino è già partito un fuoco di fila contro l’ipotesi - ventilata in ambienti altoatesini - di allargare la giunta a sei, aggiungendo una poltrona per soddisfare i tanti appetiti. Netto Ugo Rossi: «Cose da vecchia politica, non se ne parla». E sgombra il campo da qualsiasi dubbio anche il coordinatore provinciale Pd Italo Gilmozzi: «Sicuramente non si farà un assessore in più, faremmo la figura dei cretini».

La via d’uscita potrebbe alla fine essere la riproposizione della «staffetta» fra Trento e Bolzano, come nella passata legislatura quando dopo due anni e mezzo Margherita Cogo cedette il posto a Bizzo. Ma per il momento il capogruppo Pd pare deciso a tenere duro sulla richiesta appoggiata dalla maggioranza provinciale, ovvero che il posto vada al Pd trentino per 5 anni. Civico chiude all’allargamento dell’esecutivo: «Come si pensa sia sostenibile portare a 6 la giunta regionale a fronte delle residue competenze? Più che una questione politica è questione di decenza. Non intendo fare trattative che partano da questo presupposto. Nulla di personale, e se serve a rendere più trasparente la mia posizione, tolgo il mio nome dalle trattative. La Regione non può essere luogo di compensazione di altri equilibri, e non è dei sudtirolesi più di quanto non sia dei trentini. È spazio comune».

Ma il nodo assessorato non accende la miccia solo con i colleghi altoatesini. Nel Pd trentino ci sono infatti due pretendenti al ruolo. Oltre a Civico, che si è candidato se al Pd toccherà l’assessorato alla previdenza integrativa (tradizionalmente della Svp), in pista c’è l’ex capogruppo Luca Zeni, considerato in pole se l’assessorato fosse invece quello agli enti locali. Ma Zeni in una mail al gruppo ha chiarito di essere pronto indipendentemente da quali saranno le competenze, ricordando - non un dettaglio - che se il criterio fin qui seguito per l’assegnazione degli incarichi è stato quello del consenso, dietro Olivi, Borgonovo Re e Ferrari, c’è lui.

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