Giudicarie, boom della vite «bio»

Molti i coltivatori convertiti alla varietà Solaris, che resiste alla peronospera e allo oidio


di Sandra Mattei


GIUDICARIE. La sperimentazione sta dando buoni frutti. E' proprio il caso di dirlo, visto che si parla di uva. Si tratta della varietà Solaris, che sta diffondendosi a macchia d’olio tra alcuni coltivatori delle Giudicarie, da Praso a Pinzolo. Ne abbiamo parlato con Redento Zulberti, imprenditore noto per la gloriosa ditta omonima di movimenti terra e per l'aver ideato l'appuntamento annuale degli over 100 chili, che si sfidano a colpi di piatti di portata. Zulberti ha scoperto una nuova passione, quella della vite e lui, come altri coltivatori, ha tentato l'esperimento di piantare la nuova varietà, il Solaris, che ha la caratteristica di poter crescere fino a 1000 -1100 metri e di essere resistente allo oidio e alla peronospera, le due malattie incubo degli agricoltori.

Coltivazione che è stata iscritta in agosto nel registro nazionale della varietà di vite per la produzione e che fa parte, insieme ad altre (Johanniter, Helios, Prior, Cabernet, Carbon e Cabernet Cortis) provenienti da Freiburg e testate dal centro di ricerca della Fondazione Mach. La prerogativa più importante del Solaris, è che si può considerare una coltivazione assolutamente biologica, perché non ha bisogno di trattamenti. Lo conferma Marco Stefanini, ricercatore della Fondazione Mach, che spiega: «Abbiamo trattato queste varietà da circa 7 anni, selezionando l'ibrido e poi incrociandolo fino a quando non abbiamo ottenuto il risultato di avere al 90% la Vite vinifera. In Germania da anni la varietà è nel registro delle viti per produrre il vino. Ora che è registrata anche in Italia, si tratta di un risultato importante, perché sono varietà che consentono di ridurre i trattamenti antiparassitari e, per questo, sono ideali da coltivare in prossimità di centri abitati e piste ciclabili». Sono molti gli agricoltori e gli appassionati ad avere sperimentato, negli anni scorsi, questa varietà. Ma, non essendo contemplata in quelle per la produzione, i coltivatori si limitavano a consumare il vino in proprio. E, tornando a Redento Zulberti, per lui si tratta della prima vendemmia riuscita. «L'anno scorso – racconta – ha fatto man bassa di uva il tasso, mentre quest'anno sono molto soddisfatto. Ho piantato 300 viti a Cimego, ad un'altitudine di 500 metri e qualche pianta anche a Pinzolo con risultati molto soddisfacenti».

Un altro entusiasta è Nicola Del Monte, residente a Tione, consulente aziendale di 34 anni. «Ho piantato 890 di viti di Solaris - afferma - a 600 metri, ma a Tione si tratta di un'altitudine che corrisponde ai 1.000 della Val di Cembra, perché qui abbiamo l'aria fredda che scende dall'Adamello e dalla Val Rendena. Proprio oggi inizio la vendemmia, ma posso dire che anche negli anni scorsi ho vinificato il Solaris per uso personale ed i risultati sono molto buoni. Il vino è molto strutturato, aromatico, con un sapore che richiama la mela e il sambuco. Chissà, ora che è stato registrato, che non diventi una professione».

Un altro coltivatore amatoriale è Ario Foresti, di Praso. «Avevo assaggiato il vino – confessa – e mi ha incuriosito, così ho piantato 1.000 metri quadrati per produrre vino ad uso personale. Ora mi piacerebbe vinificarlo in piccole quantità, perché si tratta di un prodotto di nicchia interessante».













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