Giornate del Fai, i cittadini scoprono i segreti della città

trento. “«urtroppo abbiamo perso le Giornate Fai di Primavera – dice il capodelegazione di Trento Leonardo Debiasi – e così la sede centrale ha deciso di attuare, anche per motivi inerenti il momento...


CLAUDIO LIBERA


trento. “«urtroppo abbiamo perso le Giornate Fai di Primavera – dice il capodelegazione di Trento Leonardo Debiasi – e così la sede centrale ha deciso di attuare, anche per motivi inerenti il momento che stiamo vivendo, il Fai all’aperto». Così è stato, ieri e potrà essere anche oggi. Il Fai è tornato in città con visite guidate a prenotazione, che si sono svolte alle 10 e alle 17 e negli stessi orari, si ripeteranno oggi. Sedi degli incontri, piazza Duomo con “Secoli di storia, arte, bellezza per una scenografia senza pari”, a cura di Maria Luisa Brioli; piazza Dante, con “La modernità arriva in treno - Dante e gli altri monumenti in piazza”, a cura di Leonardo Debiasi e nel quartiere di Piedicastello con “Il Medioevo fra noi”, visite guidate alla piazza di Piedicastello a cura di Joseph Tassone. Ma il tutto, ieri e pure oggi, è iniziato e comincerà con una suggestiva camminata all’alba che ha permesso, in una città dormiente, di partecipare a “Visite all’alba della cultura - La Roggia Grande di Trento”, un trekking urbano di circa 2 chilometri e mezzo con due edizioni alle 6 ed 8.30, a cura di Alessio Delai. Come ha ben sottolineato il capodelegazione di Trento Leonardo Debiasi a proposito del trekking “gli orari di questo breve quanto affascinante percorso, sono un po’ inconsueti ma camminare col fresco in una città ancora addormentata non ha prezzo”. Per evitare assembramenti le visite sono riservate ad un numero limitato di persone - massimo 12 - per questo motivo la partecipazione è solo su prenotazione. In piazza Dante “la visita guidata è stata forse la meno gettonata ma il motivo non deriva tanto dal degrado umano della piazza, davanti alla stazione ferroviaria, come accade in tutta Italia ma va fatta una riflessione, considerando che aiole e prati non hanno più cordolo, che prevale il cemento, che pare non esserci cura. E poi, a scuola, la storia di questi personaggi qui rappresentati, a parte Dante, non si racconta”. E cita i monumenti a Verdi, Gazzoletti, Carducci, Negrelli, Prati, Canestrini, padre Eusebio Chini detto Chino, saltando a piè pari quello dedicato alla famiglia che ritiene non degno d’attenzione. Ed in ordine, distanziati ma a portata di voce, gli iscritti dietro le guide volontarie ed i due alpini della Protezione Civile Ana Trento nei prati, tra bancarelle d’antiquariato ed a fianco quelle gialle Coldiretti. Oggi si replica ma la domenica c’è meno distrazione e la piazza merita un po’ di rispetto. C’è molto da scoprire, come in piazza Duomo e poi a Piedicastello, col “Fai, all’aperto!”.













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