Gioia, da Levico alla conquista di Hollywood 

Il racconto della trentina Libardoni: «Ho lavorato con tanti miti, ma quanto è dura recitare in inglese»


di Alice Sommavilla


TRENTO. Dal Trentino a Hollywood. È questa la parabola di Gioia Libardoni, che, partita da Levico, ha raggiunto la Mecca del cinema. Capelli rosso fuoco e sorriso smagliante, Gioia si è raccontata al pubblico presente alla biblioteca comunale di Trento martedì 11 dicembre. Come le vere dive, non rivela l'età, ma racconta, con digressioni e aneddoti, la strada che l'ha portata a lavorare oltreoceano. “Il primo amore sono state le recite al liceo- dice Libardoni- ma pur avendo ricevuto numerosi apprezzamenti, non avevo il coraggio di buttarmi e sperimentare la vera carriera di attrice, forse perché quello del cinema non è un mestiere trentino, la stessa televisione quando scrittura attori per fiction o serie tende ad avere dei pregiudizi verso l'accento del nord, ed è un peccato”. Ma un giorno il coraggio arriva e Gioia fa le valigie e si trasferisce a Roma, per frequentare la scuola di recitazione Duse. Lì cominciano i primi provini e i primi ruoli nel cinema italiano: numerose fiction e un ruolo nel fortunato film del comico Checco Zalone “Cado dalle nubi”. “Il salto è arrivato nel 2015- racconta Libardoni- quando ho lavorato come filmaker nella produzione “Tutte le strade portano a Roma”, con Raul Bova e la star americana Sarah Jessica Parker. Il carisma dell'attrice e il suo modo di approcciarsi alla macchina da presa mi hanno stregata. Ho iniziato a desiderare di ampliare i miei orizzonti, di sperimentarmi in cose sempre più professionali. Nel 2016 sono stata scelta come assistente nel team del premio Oscar Tom Hanks per il film “Inferno” e lì ho capito che quello che volevo davvero era andare a lavorare negli States”. Un crescendo di esperienze e di collaborazioni illustri: Antonio Banderas, Jonathan Rhys Meyers e John Travolta sono solo alcuni degli illustri colleghi con i quali Gioia ha condiviso il set. Ma non è stato tutto rose e fiori. “Pur avendo grande dimestichezza con le lingue, nel momento in cui sono approdata in America, ho capito che avrei dovuto ricominciare da zero. L'inglese è diverso da quello che conosciamo, l'accento difficile da comprendere. E poi naturalmente ci sono le difficoltà legate all'approccio con una realtà completamente nuova”. “Esiste una nuova mobilità, sono molti i trentini che scelgono di andare all'estero per realizzare i propri sogni, e non solamente giovani- spiega Antonella Giordani dell'ufficio emigrazione della Provincia- esiste un Trentino anche fuori dai confini regionali e storie come quelle di Gioia possono essere d'aiuto per dare coraggio a chi ancora vorrebbe ma tentenna. Il nostro ente, si propone di aiutarli a trovare soluzioni, dare impulso a progetti, creare relazioni e infondere a ciascuno di loro il coraggio di seguire i propri sogni”.

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