Gioco d’azzardo, i giovani in campo

Ecco lo studio sulla Valle dei Laghi: un ragazzo su cinque è «abituale». Un passatempo scelto per soldi e per noia


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Quasi un giovane su cinque, in Valle dei Laghi, nel corso del 2012 è stato un giocatore "persistente", ovvero capace di giocare soldi almeno dieci volte nel corso dell'anno in un solo gioco, che sia l'Enalotto o le slot machine.

E' questo il dato più allarmante dell'indagine effettuata l'anno scorso nei Comuni di Calavino, Cavedine, Drena, Lasino, Padergone, Terlago e Vezzano sul fenomeno del gioco d'azzardo da parte dell'"Osservatorio permanente", costituito nel 2011 dalla Cassa Rurale della Valle dei Laghi, che ha lo scopo di indagare la situazione economica, sociale, culturale e ambientale del territorio.

Non è un caso che ci sia concentrati sul gioco d'azzardo, una realtà che coinvolge in modo sempre più significativo anche la nostra provincia. Basti pensare che, in pochi mesi, si è passati da una spesa di 98 milioni di euro del gennaio 2011 ai 127 milioni del maggio 2012. Un trend in continua crescita, che non può lasciare indifferenti. Per questo motivo l'indagine effettuata in Valle dei Laghi, con la collaborazione dei docenti Carlo Buzzi e Alberto Zanutto del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università di Trento, può essere esportata in altre zone per capire la portata del fenomeno in tutto il Trentino e soprattutto il coinvolgimento dei giovani. Curioso che a svolgere la ricerca sia stato proprio un gruppo di studenti di psicologia ed economia: Federica De Tisi, Stefano Crosina, Anna Marchesoni, Stefania Michelotti, Michele Morandi e Valentina Pagliani.

Sono stati analizzati i locali della zona dove si può giocare d'azzardo e poi intervistati 361 giovani tra i 18 ed i 29 anni. E' emerso che il gioco non è fortunatamente molto diffuso come esperienza quotidiana, ma l'aspetto preoccupante è che in certi periodi può rappresentare un'attrazione molto intensa. Insomma, la maggior parte dei giovani non gioca spesso, ma quando lo fa - magari nei fine settimana - gioca tanto.

I giochi più diffusi sono il "Gratta e vinci", che è stato provato dal 60% dei ragazzi intervistati nel 2012, l'Enalotto (32%) e le slot machine (28%). I videopoker sono però il gioco più "frequentato". Ovvero: spesso chi ci gioca lo fa più di 10 volte l'anno. E questo denota il rischio dipendenza di questa tipologia di gioco d'azzardo.

Ma chi è il giovane giocatore tipico? L'indagine ha provato a tracciare un identikit ed emerge che si tratta prevalentemente di maschi molto giovani, tra i 18 ed i 21 anni, con un grado di istruzione piuttosto basso, ma che ha già un lavoro e quindi ha la possibilità di essere autonomo dai genitori e di avere un certo reddito a disposizione. Indispensabile per puntare e giocare d'azzardo.

La persistenza nel gioco - si legge nel report dell'indagine - non si traduce sempre in abitualità. Questo è dimostrato dal fatto che, in una settimana normale, il 71% degli intervistati afferma di non giocare mai, mentre il 18% dice di giocare solo una volta.

I giocatori abituali nel tempo sono quindi il 10%, un giovane su dieci, che non è comunque un dato trascurabile, anche perché il 20% di questi soggetti potrebbe essere a rischio dipendenza. Tra i giocatori abituali, il 51% ammette di investire meno di 10 euro a settimana, mentre il 46% tra i 10 ed i 40 euro. Investimenti tutto sommato contenuti, ma costanti nel tempo.

Ma perché si gioca così spesso? Il 92% dice chiaramente di farlo per vincere denaro, ma c'è anche una fetta significativa che lo fa semplicemente per passare il tempo. Insomma, si gioca per soldi e per noia. Qualcuno direbbe: i mali della nostra società.

Lo studio ha coinvolto anche 283 adulti residenti in Valle dei Laghi che sono stati intervistati sul gioco d'azzardo. La maggior parte ritiene che questo fenomeno rappresenti un grave problema sociale e che alcuni giochi dovrebbero essere proibiti.

Debolezza, irrazionalità, immaturità, scarsa furbizia, poca intelligenza e ottimismo: sono questi gli aggettivi coi quali gli intervistati descriverebbero i giocatori abituali. Una popolazione che si dice "consapevole" del gioco d'azzardo, dei suoi problemi, e per questo "preoccupata" dalle conseguenza di un aumento costante della sua diffusione anche in Trentino.

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