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Gioco d’azzardo, anche due casi di usura

Ieri il brunch no-slot al bar Civico 131 di via Perini. Appello a Mattarella con una raccolta firme: «Lo Stato si muova»


di Daniele Peretti


TRENTO. Ci sono anche due casi di usura legati al gioco d’azzardo ed emersi in un contesto che vede un calo sia nel numero dei giocatori che nelle somme giocate. «Un dato non attendibile perché prima di tutto è rapportato alle percentuali di quando la slot machine era l'unica possibilità di gioco, mentre oggi si deve prendere in considerazione anche il gioco on line per il quale non abbiamo statistiche e che ha allargato ad ampio raggio tutto lo spazio del gioco», spiega Miriam Vanzetta di Ama, l’Associazione di Auto mutuo aiuto impegnata da anni nella lotta contro l’azzardo.

«Da una parte abbiamo un attività pubblica che ad un orario fisso chiude. Dall'altra si entra nel privato delle persone che grazie ad un computer possono giocare h24 senza limiti. Non solo, ma se in un esercizio pubblico relativamente al gioco dei minori può scattare la responsabilità del gestore, falsificare i dati per entrare nel gioco virtuale è fin troppo semplice», ricorda Vanzetta.

Il primo appuntamento dell'iniziativa "Brunch no slot" organizzato ieri al Civico 131 di via Perini, primo bar a guadagnarsi il marchio etico per aver tolto le slot machine, è stata un'occasione per riflettere su un fenomeno in continua espansione. Certo il calo registrato può dipendere anche dalla massiccia opera di sensibilizzazione che è stata fatta, ma il gioco on line non è per nulla da sottovalutare.

E così tra i dati raccolti a livello provinciale ne emergono alcuni allarmanti come lo è il fatto che siano emersi due casi di usura: due giocatori durante il periodo di analisi hanno riconosciuto di essersi autofinanziati ricorrendo a prestiti ad alto tasso d'interesse. «Due casi da valutare con attenzione, certo non siamo di fronte ad un fenomeno diffuso come nei casinò, però che delle persone si siano rivolte agli usurai per finanziarsi deve far riflettere». S

i tratta di un salto in avanti in una realtà che fino ad oggi aveva visto persone costrette a rubare, a vendere i gioielli di casa, ma anche intaccare il Tfr o lo stipendio mensile chiedendo anticipi. «La ludopatia non è un problema del singolo, ma finisce per coinvolgere tutto il nucleo famigliare», spiega Vanzetta, «famiglia che spesso scopre ormai a cose fatte, le soluzioni inventate per finanziare il gioco». Ieri in via Perini sono state raccolte le firme in calce alla lettera che il movimento Slot Mob invierà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui si chiede un ripensamento o meglio un passo indietro nel rapporto Stato-Gioco d'azzardo.

Una provocazione perché lo Stato italiano incassa cifre altissime dal gioco tra imposte dirette ed indirette. Recentemente è stato sostanzialmente legalizzato il gioco d'azzardo limitatamente alle slot machine e similari. Senza dimenticare che lo Stato è il primo e unico gestore dei grattaevinci e giochi similari.

Però "chiedere al nostro presidente di rispondere al nostro appello per far togliere la gestione dell'azzardo alle società commerciali che non possono far altro che incentivarlo per trarne profitto" è cosa lecita. Ivan Fontana è il titolare del bar di via Perini che anni fa ha deciso di far cambiare vita alla propria attività: «E' noto che dalle slot machine arrivano soldi facili e spesso perfino anticipati e che il movimento dei giocatori garantisce una voce importante nell'ambito del bilancio aziendale.

A eliminarle ho rischiato, ma non me la sentivo più di vedere alcuni miei clienti rovinarsi, tirandosi dietro anche le loro famiglie». Fontana a quel punto ha fatto una scelta che nel tempo hanno fatto altri gestori ed ha tolto i giochi. Ha perso una parte di clientela (non solo i giocatori cronici, ma anche parte di quelli che si giocavano per abitudine il resto del caffè), ma ne ha acquisita altra: «A tutto c'è un'alternativa che non giudico migliore o peggiore, ma si può sempre cambiare e io l'ho fatto. Sono arrivati nuovi clienti che sono diventati tali per testimoniare la loro condivisione alla mia scelta». Una curiosità, non ha mai visto entrare un ex giocatore? «Questa mattina e si sta anche impegnando per aiutare gli altri».

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