Suppletive 

Futura non lancia nomi e fa il tifo per Giulia Merlo

Trento. Futura non presenterà un suo nome per la candidatura alle suppeltive per il collegio di trento. ieri prima dell’assemblea lo assicuravano un po’ tutti, da paolo ghezzi a paolo zanella e anche...



Trento. Futura non presenterà un suo nome per la candidatura alle suppeltive per il collegio di trento. ieri prima dell’assemblea lo assicuravano un po’ tutti, da paolo ghezzi a paolo zanella e anche claudia merighi. il movimento, però, intende dire la propria nella scelta. così la preferenza di futura ricadrà sulla candidatura che porterà maggiore novità: «vogliamo una candidatura che segni discontinuità», dicono ghezzi e zanella. il che, tradotto, significa giulia merlo piuttosto che monica baggia. anche se la candidatura della giovane giornalista non sembra entusiasmare troppo, tanto che si spera nella comparsa all’orizzonte di un nome nuovo, un terzo nome che, però, sia nuovo. ad agitare le acque, comunque, c’è anche la questione del simbolo. la richiesta del patt di rinunciare ai simboli dei singoli partiti non è ben vista da tutti i componenti della coalizione di centrosinistra. pd e upt sarebbero anche disposti ad accettare, anche per vedere se quello autonomista è un bluff. ma già futura nutre molte perplessità mentre i verdi sono nettamente contrari. marco boato, da vecchia volpe della politica qual è, ieri andava ripetendo che rinunciare al simbolo dei partiti a meno di un mese e mezzo dalle elezioni sarebbe pura follia.

La questione sarà affrontata proprio questa mattina. la coalizione - che tornerà a riunirsi questa mattina - attende per oggi una risposta dal patt all’offerta di correre con un listone senza simboli di partito (come chiesto dagli autonomisti). ieri anche l’upt, attraverso il proprio parlamentino, ha dichiarato la propria disponibilità «a concorrere ad una alleanza come anche confermato dal pd, che si riconosca in due candidature condivise e si presenti con un simbolo comune, diverso da quello dei singoli partiti, ispirato alla promozione di quella concezione aperta e progressiva dell’autonomia attorno alla quale, nelle ultime legislature provinciali, abbiamo lavorato con convinzione». «questo spirito va oggi ricostruito su basi nuove, senza pregiudizi e senza recriminazioni, ma con reciproca disponibilità e apertura».

Dopo il no di mauro gilmozzi, l’upt ha chiesto all’ex capogruppo provinciale gianpiero passamani, ora tornato a esercitare la libera professione, la disponibilità a candidarsi nel collegio della valsugana, ma le speranze di un sì sono ridotte al lumicino. e qualcuno ipotizza che a scendere in campo, come candidato di bandiera, a questo punto debba essere un consigliere provinciale di valle, come luca zeni o pietro degodenz.

Nel campo del centrodestra, del resto, ancora le cose non sembrano fatte. per la valsugana, dopo la rinuncia alla corsa per bruxelles di mirko bisesti, torna prepotente l’ipotesi di una candidatura di alessandro savoi, nonostante la sua netta contrarietà. la corsa del presidente del partito, rimasto fuori dal consiglio dopo la sentenza del tar, sembra la soluzione che possa far quadrare il cerchio.













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