Furti, aumentano in casa e in auto

Crescono i reati contro il patrimonio che nel 2011 hanno sfiorati quota 3.800



TRENTO. Cresce la popolazione e crescono anche i delitti. A dirlo sono i dati della questura che focalizzano in particolare l'attenzione sui cosiddetti reati contro il patrimonio che sono quelli che toccano maggiormente la gente. Ma partiamo dal generale. Nel 2011 il totale dei delitti ha sfiorato quota 5.500 (5.484 per la precisione) mentre l'anno precedente si erano fermati a 5.168. E a crescere in maniera sensibile sono proprio i reati contro il patrimonio: quelli registrati dalle forze dell'ordine e «ordinati» dall'ufficio analisi della questura sono stati ben 3.799 contro i 3.479 dell'anno precedente. Un incremento di oltre 300 casi.

Scendendo sempre più nel particolare, i furti sono stati 2.867 contro i 2.526 del 2010. La parte del leone la fanno i furti nei negozi. Questo dato, però, è figlio di una tendenza che si sta registrando negli ultimi anni e che di fatto fa in modo che i commercianti denuncino tutti gli episodi anche quelli con valore economico molto basso. Ma non sono al primo posto. A superarli, anche solo per sei casi, ci sono i furti sulle auto in sosta: nel 2011 sono stati 276 nella sola città di Trento. Ci sono poi i furti con destrezza (scippi, borseggi e via dicendo): ne sono stati denunciati 247. Sotto quota 200 i furti in appartamenti mentre quelli di auto e moto di fermano ad 83. Forse ciò che conta di più la gente è il fenomeno del furto in abitazione: ci si sente violati molto di più rispetto ad un furto di portafoglio.

Come detto lo scorso anno sono stati 177 e l'anno precedente 147. Il livello migliore lo si era raggiunto nel 2008 con 114 casi ma il picco massimo è del 2007 con 262 denunce. Il periodo preferito per i topi d'appartamento è naturalmente l'estate e lo scorso anno il quartiere più battuto è stato quello che comprende Villazzano, Cernidor, San Rocco con sei denunce. Al secondo posto c'è San Pio X con tre casi.

Di reati e di sicurezza il questore Iacobone - che ieri era ospite di una seduta del consiglio circoscrizionale a Gardolo - aveva parlato già a metà novembre davanti ai consiglieri comunali affrontando anche il concetto di percezione della sicurezza proprio in città. «La percezione di sicurezza - aveva spiegato - è determinata anche dal cambiamento della società. Negli anni'60 e'70 la situazione era di gran lunga peggiore: c'erano eroinomani e ubriachi sdraiati per terra, eppure non avevamo paura perché li conoscevamo. Oggi viviamo in un contesto più aperto ed è normale che il diverso e il sentir parlare altre lingue possa preoccupare. Ma non ci sono tutte queste telefonate al 113 un numero che è comunque a disposizione di tutti».













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