Fugatti: «La giunta? Competenze, non voti» 

Ieri sera nove donne sul palco a rappresentare le liste che sostengono il candidato presidente del centrodestra


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Hanno tutti le facce di chi non se lo aspettava. Le persone accorse per ascoltare ieri pomeriggio Paolo Gentiloni alla sala della Cooperazione non si aspettavano di essere così tante. E invece la sala era strapiena e fuori c’era anche la fila davanti alle porte per ascoltare l’ex premier che non è proprio noto per essere un arringatore di folle. Ma il centrosinistra ha interpretato l’appuntamento come se fosse una prova di esistenza. Ed ecco che c’erano tanti candidati di tutti e tre i partiti della coalizione, anche se a dire il vero quelli dell’Upt non erano proprio tantissimi, ma anche tante persone comuni. E Gentiloni non li ha delusi. Come non li hanno delusi Giorgio Tonini, Paolo Ghezzi, Vittorio Fravezzi e la giovane Giulia Bergamo che hanno parlato dal palco prima dell’ex presidente del Consiglio. Il leit motiv è sempre quello caro al centrosinistra: «Con la vittoria della Lega, il Trentino diventerà una periferia della Padania, l’Autonomia è a rischio. Sarebbe un azzardo irresponsabile omologare il Trentino alla Padania. Siamo a un bivio: si tratta di difendere o distruggere l’Autonomia trentina. La Lega è estremista e alimenta una contrapposizione all’Europa che può soltanto nuocere al modello di Autonomia solidale del Trentino», ha detto lo stesso Gentiloni parlando con i giornalisti prima di entrare nella sala stracolma di persone in bilico tra il timore per una sconfitta pesante e la speranza di una rimonta clamorosa.

Poi è entrato nella sala. A introdurre, Paolo Ghezzi che ha fatto sorridere la platea contrapponendo il tridente del centrosinistra con il «Fugatti a nove code», la coalizione di centrodestra dalle dimensioni ipertrofiche, e poi ha attaccato il Patt che se ne è andato in preda «a una mania autoreferenziale e solipsistica». Anche negli interventi di Giulia Bergamo e di Fravezzi è arrivato forte il messaggio che domenica il Trentino è a un bivio tra il buongoverno e le macerie. Tonini, poi, ha fatto un lungo intervento citando Churchill e Degasperi, ma anche attaccando Salvini che vorrebbe dirigere a bacchetta l’Autonomia dirigendo da lontano Fugatti.

A Gentiloni, poi, è toccato lanciare un segnale di speranza: «E’ possibile ribaltare una situazione pericolosa. L’Autonomia solidale costruita in questi 60 anni in Trentino è vista con ammirazione nel resto d’Italia. Adesso arriva qualcuno che ha sentimenti di conquista. Qualcuno che dice di sentirsi a casa sua quando è a Mosca». Alla battuta le centinaia di persone in sala si sono sciolte in un applauso liberatori, come a dire finalmente qualcuno che le canta a Salvini. E poi di nuovo all’attacco: «La Lega vuole cancellare l’Autonomia solidale, non possiamo lasciarla vincere. Il suo è un progetto nazionalista, estremista e sovranista. Domenica scendete in campo, non facciamo come i sonnambuli del 1913 che non si erano accorti di quello che stava arrivando».













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