povertà

Fondo di solidarietà, le richieste sono al 60 per cento di italiani

Il Decanato mette a disposizione 200 mila euro raccolti tra parrocchie, privati ed enti In un anno sono state 217 le domande, nella maggioranza dei casi per l’affitto e le bollette


di Claudio Libera


TRENTO. A distanza di un anno, il Fondo straordinario di solidarietà del Decanato può contare sulla raccolta di quasi 200 mila euro. E le famiglie che ne fanno richiesta sono, a sorpresa, per il 60 per cento italiane. Sono state 217 le richieste di aiuto nel corso di un anno, soprattutto di famiglie italiane che non ce la fanno a pagare l’affitto e le bollette. Questi dati sono stati illustrati dai rappresentanti del Comitato di gestione presieduto dal Decano di Trento, don Corrado Prandi – il coordinatore Gianni Benedetti, Mariella Sartori, Lucia Hoffer, Patrizia Condini e Pierfrancesco Ambrosi, con Roberto Calzà, direttore della Caritas Diocesana e Federica Rubini, coordinatrice progetti 8xmille, ufficio promozione e sensibilizzazione. Il Fondo coinvolge 26 parrocchie con 17 unità pastorali, che raggruppano 85 mila cittadini che non coincidono con la popolazione trentina; adesso, con l’ingresso dei Decanati di Povo, che comprende la collina est e di Mattarello con la zona sud, la copertura sarà totale e le parrocchie passeranno da 26 a 40, con l’aggiunta di Aldeno e dei comuni della Vigolana.

Il totale delle entrate nel fondo, fino a martedì, era di 194.136,20 euro, così suddivisi: da parrocchie 59.139,92; da privati sul conto corrente del fondo – Iban: IT32U 03599 01800 000000135563 – 69.169,90; 66.765,17 da enti. Le domande presentate al Fondo,sono accettate dopo verifiche dei Cedas, Punti di ascolto parrocchiali e delle assistenti sociali, con imprescindibili prerogative: estratto conto degli ultimi 6 mesi; modello C2 dell’Agenzia del Lavoro, dimostrazione della residenza di almeno un anno nel capoluogo. Su 217, 113 sono i cittadini italiani e 104 i non italiani. La cifra massima corrisposta è di 1.000 euro, che in rari casi sale a 2.000. Le domande accolte sono state 154, suddivise in 81 per italiani e 73 per non italiani, quelle respinte 28 da italiani e 31 da stranieri; in sospeso ce ne sono 3 di italiani ed una di stranieri. Vari i casi di dipendenze riscontrati ed in questo caso si cerca di aiutare anche tramite l’Ama.

Le somme per le quali è stata deliberata l’erogazione – da non restituire, poiché per legge il Fondo non può prestare denaro - ammontano a 62.291 euro per gli italiani e 52.629 per stranieri. Le richieste, a dimostrazione di quanto la crisi sia pesante, sono per il 78%, dovute ad affitti e spese condominiali, seguite al 14% dalle bollette, quindi dalla scuola (retta mense) al 4%, mentre le sanitarie sono solo lo 0,9%. Tra i maggiori creditori con cui il Fondo “media”, ci sono l’Itea e la Trenta; significa che molte famiglie non riescono a fronteggiare le spese di affitto e che il prestito spesso evita lo sfratto. Inoltre, il Fondo di Solidarietà interviene con Itea e Trenta per dilazionare i pagamenti ed evitare il distacco dei contatori.













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