IL CASO

Finti «B&B», le indagini si allargano 

Diverse verifiche della finanza nel mondo della ricettività turistica. Ora i controlli potrebbero estendersi al tutto il territorio



TRENTO. Prima i controlli su due persone che affittavano le loro seconde e terze case «dimenticandosi» tutte le incombenze fiscali relative. E quindi annunciavano sui siti specializzati la possibilità - per i turisti - di soggiornare per brevi periodi nelle loro abitazioni. E ricevevano il pattuito ma non dichiaravano ufficialmente le entrate. E poi l’operazione «Sogni d’oro» con 24 persone finite nei guai nell’Alto Garda perché spacciavano come b&b quelli che erano, in realtà, dei veri e propri alberghi. Con una base imponibile sottratta al fisco di quasi un milione e mezzo.

Due indagini della guardia di Finanza trentina che hanno in comune il settore - quello del turismo - e la fonte di informazione, ossia il web. Due indagini che, secondo le indiscrezioni, sarebbero destinate ad allargarsi con verifiche estese a livello provinciale.

Si tratta di operazioni che hanno il fine di recuperare al Fisco quanto è di suo diritto, ma anche di tutelare chi lavora nel mondo dell’accoglienza turistica in maniera trasparente e rispettosa della regole che ci sono e sono molto chiare. Regole che a volte vengo eluse come è nel caso delle seconde e terze case pubblicizzate su Airbnb e Booking. Uno dei due denunciati, secondo i calcoli della Finanza, dagli affitti ha guadagnato 270 mila euro in 5 anni. Non pagandone uno di tasse.













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