«Fino al 70% di contagiati se non fossimo tutti chiusi in casa»

Trento. «Dobbiamo rispettare le misure di contenimento ancora per tutto il tempo necessario, altrimenti la diffusione del nuovo coronavirus, dopo un periodo di crescita più lenta, esploderà di nuovo...



Trento. «Dobbiamo rispettare le misure di contenimento ancora per tutto il tempo necessario, altrimenti la diffusione del nuovo coronavirus, dopo un periodo di crescita più lenta, esploderà di nuovo portando a un’altra catastrofe». Giulia Giordano, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento, è coautrice, insieme a ricercatori dell’Università di Udine e del Politecnico di Milano e a medici del Policlinico San Matteo di Pavia, di uno studio basato su modelli matematici che mostra come, se non fosse stata adottata alcuna misura restrittiva, il 70% della popolazione italiana sarebbe stata contagiata, mentre se fossero state prese misure molto rigide dall’inizio gli infettati sarebbero stati appena lo 0,08% della popolazione. Proprio sulla base di quanto osservato con questo studio, la ricercatrice è convinta che le misure di contenimento debbano continuare, almeno fino a quando l’indice di trasmissibilità della malattia non scenderà ampiamente sotto l’ 1: «Al momento è molto difficile dire quanti siano i positivi al virus: abbiamo delineato scenari plausibili che prevedono che i positivi siano meno del doppio rispetto ai casi censiti, ma potrebbero benissimo essere anche 10 o 20 volte tanti. Gli studi fatti a Vo’ Euganeo hanno mostrato che gli asintomatici erano tantissimi. Importante tenerne conto, perché le persone asintomatiche contagiano inconsapevolmente gli altri, senza le opportune misure. Se le misure più restrittive fossero state adottate fin dai primi giorni, la diffusione del virus sarebbe stata molto inferiore e l’isolamento sarebbe potuto durare meno». La ricercatrice spiega che al momento gli scenari possibili sono vari e per questo è necessario restare chiusi in casa: «Può esserci un calo di contagi, ma poi potrebbe esserci una ripresa. Secondo il modello, senza le misure oggi in vigore, ma solo con la chiusura delle scuole e con i consigli sul distanziamento sociale e sull’igiene, il 70% della popolazione sarebbe stata infettata; rispetto a questo scenario, la situazione attuale è migliore grazie alle misure adottate, che per questo motivo devono proseguire ancora. I morti di questo periodo sono stati contagiati due o tre settimane fa. Se si togliessero le restrizioni troppo presto, l’epidemia potrebbe ripartire e raggiungere di nuovo livelli esplosivi. All’inizio l’indice di trasmissibilità, R0, era tra 2 e 3, ovvero ogni persona positiva ne contagiava in media altre 2 o 3; senza misure restrittive, questo ha portato a una diffusione esponenziale del virus. Adesso l’indice è in discesa, ma ancora sopra 1: questo ci dice che l’epidemia non si sta arrestando da sola e che, senza misure, la diffusione del virus continuerebbe con una crescita esponenziale, prima lentamente e poi più velocemente. Sarebbe una catastrofe. Basta pochissimo per vanificare tutti gli sforzi compiuti sinora, perciò bisogna resistere alla tentazione di riaprire prematuramente».













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