Finanziaria, «imboscata» a Roma per l'autonomia trentina

Dopo il problema legato alla mancata esclusione dei Comuni trentini dal rispetto del patto di stabilità, il nuovo rischio riguarda le somme che la Provincia deve versare per riportare in ordine i conti dello Stato


Luca Petermaier


TRENTO. E' un'insidia continua per le Autonomie locali il percorso in Commissione della Finanziaria dello Stato. Dopo il problema legato alla mancata esclusione dei Comuni trentini dal rispetto del patto di stabilità, il nuovo rischio emerso durante i lavori a Roma riguarda le somme che la Provincia deve versare per riportare in ordine i conti dello Stato. Somme che potrebbero lievitare. I parlamentari trentini e quelli altoatesini si sono accorti di quella che è stata già definita un'«imboscata» spulciando riga per riga gli articoli della legge finanziaria che riguardano la finanza locale e la compartecipazione delle Regioni al risanamento dei conti pubblici. All'articolo 9, comma 7, della Finanziaria - infatti - viene dato conto della distribuzione tra le regioni a statuto speciale del peso della manovra. La legge parla di un obbligo di contenimento della spesa pari a 500 milioni di euro nel 2011 e di 1 miliardo per il 2012 e 2013. Come ripartire tra le cinque regioni «speciali» questo onere? Le Autonomie, nei mesi scorsi, avevano trovato un accordo in base al quale il Trentino avrebbe avuto a disposizione 59 milioni in meno da spendere per l'anno prossimo e 118 per i due anni successivi. Con grande sorpresa, i parlamentari trentini ieri hanno appreso che in Finanziaria queste somme erano state ripartite in modo diverso dalla Ragioneria generale dello Stato, con la previsione di un maggiore onere per il Trentino pari a 10 milioni di euro per l'anno prossimo e 20 per il 2012 e il 2013. Insomma, un vero e proprio ribaltone nascosto nelle pieghe del maxi emendamento del governo e sul quale - ora - i parlamentari trentini e altoatesini hanno depositato propri emendamenti e sub emendamenti per riportare i conti a quanto definito qualche settimana fa tra i presidenti delle regioni a statuto speciale. Ieri in tarda serata il relatore ha deciso di fare proprio l'emendamento trentino, facendo intravvedere un timido spiraglio. L'onorevole del Pd Laura Froner si dice comunque preoccupata: «Il maxi emendamento mina alle fondamenta la nostra autonomia e soprattutto ribalta quanto stabilito dai presidenti delle regioni. E' chiaro che questo diverso riparto degli oneri ci penalizza in modo eccessivo. Vigileremo sul rispetto degli accordi presi in autonomia dalle Regioni facendo in modo che i nostri emendamenti vengano accolti». Stesso impegno, da parte dei parlamentari trentini, anche su un altro punto controverso, quello che riguarda la partecipazione anche dei Comuni trentini al patto di stabilità con lo Stato. Froner spiega che «anche in questo caso abbiamo presentato degli emendamenti per escludere i Comuni trentini dal patto».

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