Figlio gay, Divina: «Non lo vorrei Ma lo amerei comunque» 

Il caso. L’ex senatore: «Che c’è di male a preferire un figlio normale?». Ghezzi (Futura): «Omosessuali malati?  Inaccettabile». Il presidente del Centro S.Chiara: «Una trappola del consigliere, malizioso leggere un paragone»



Trento. Sette anni fa Sergio Divina, all’epoca senatore, era già scivolato sul tema, definendo una “devianza” l’omosessualità durante un’intervista alla trasmissione di Radio 24 “La zanzara”. Un’affermazione che aveva scatenato un putiferio. Ieri, durante la seduta della Quinta commissione del consiglio provinciale, il neo presidente del Centro Servizi Culturali Santa Chiara c’è cascato di nuovo dicendo che non sarebbe felice di avere un figlio gay, ma che lo amerebbe comunque, «così come non sarei felice - le parole di Divina riportate da Ghezzi su Facebook - di avere un figlio con handicap ma lo amerei. Che c'è di male o di strano a dire che preferirei avere un figlio normale?». Un accostamento - quello tra disabilità e omosessualità - che ha provocato la reazione del consigliere provinciale di Futura Paolo Ghezzi. Ora, l’interpretazione della genesi della vicenda vede Ghezzi e Divina su fronti opposti. Divina, infatti, ha definito quella di Ghezzi«una trappola» e «una scorrettezza»: «Il parallelismo l’ha voluto leggere Ghezzi maliziosamente. L’omosessualità è una malattia? Non è il mio pensiero», ha replicato il presidente del Centro S. Chiara.

Diversa la ricostruzione del capogruppo di Futura. Ieri, appunto, in commissione si parlava di Centro S.Chiara e di programmi. In questo ambito Ghezzi – così racconta – ha chiesto a Divina spiegazioni sulla nomina di Lucio Gardin alla direzione artistica, anche alla luce delle dichiarazioni (per altro smentite dall’ex senatore della Lega) su una scelta dettata dalla vicinanza del comico ai valori cristiani tradizionali. In aggiunta Ghezzi ha anche ricordato che nel web («ma in modo generico, senza alcun riferimento all’intervista de La Zanzara», ha sottolineato) ci sono dichiarazioni che testimonierebbero le posizioni omofobe di Divina: «È stato lui a fare riferimento a quella vecchia intervista e a fare, in un contesto pubblico, l’accostamento tra gay e disabilità. Al di del politicamente scorretto, le affermazioni di divina sono una sciocchezza anche dal punto di vista scientifico: l’Organizzazione mondiale della sanità è da moltissimi anni (dal 1990 ndr) che non considera più una malattia l’omosessualità». «Mi chiedo ora – prosegue Ghezzi nel merito – quali scelte sul piano artistico e culturale possa fare un presidente del Centro Santa Chiara che la pensa così».

«Abbiamo parlato per due ore di attività e programmi del Centro S.Chiara – la replica di Divina – e per cortesia ho risposto a tutte le domande di Ghezzi, anche a quelle che non c’entravano nulla. Vedi quella sulla nomina di Gardin, che ribadisco essere stato scelto per le sue caratteristiche artistiche. A Ghezzi – prosegue Divina – evidentemente non interessava parlare del S.Chiara, ma tendermi una trappola. Io ho solo ricordato quale era il mio pensiero rispetto ad una precisa domanda che mi era stata fatta in passato: “Sarebbe felice se avesse un figlio gay?”. No, non lo sarei, ma lo amerei comunque», ha detto Divina. Poi però ha fatto il paragone con il figlio disabile, facendo passare il messaggio che l’omosessualità è una malattia: «Non volevo fare alcun parallelismo. Il parallelismo lo fa chi, come Ghezzi, è malizioso e legge le parole in modo viziato», tuona l’ex senatore.

La vicenda ha avuto una coda polemica anche in commissione. Moranduzzo (Lega), dopo aver letto il post di Ghezzi su Facebook in riferimento alle parole di Divina, ha definito il consigliere di Futura «scorretto» nei confronti di Divina e della Commissione. La presidente Alessia Ambrosi, ha invitato Ghezzi a non strumentalizzare il lavoro della Commissione. G.F.P.













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