FESTIVAL ECONOMIA 2011Maroni a Trento: sull'immigrazione manca l'Europa

Secondo Maroni "in Italia non esiste una carenza legislativa in questa materia; la legislazione vigente mette in campo tutti gli strumenti necessari sia per contrastare l'immigrazione clandestina sia per gestire i flussi regolari. Ciò che manca, invece, è una politica concertata a livello europeo"
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TRENTO. Un'Europa lenta e recalcitrante a trattare concretamente la questione immigrazione, inconsapevole di come la situazione potrebbe involvere, priva di una politica collettiva sul welfare, dunque pure per l'immigrazione.

E' in sostanza il quadro tracciato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha fatto il punto sul tema in un incontro al Festival dell'economia di Trento. ''Ventisette sistemi diversi, per altrettanti Stati, rendono la Commissione molto debole nelle emergenze'', ha sottolineato. Ne ha parlato in un confronto col docente dell'Università della California Giovanni Peri, e l'ha ribadito anche in una conferenza stampa con la Lega Nord.

''Mi sento come un salmone che risale la corrente in un fiume: mi faccio i muscoli'', ha detto a proposito degli ostacoli che individua nella burocrazia europea e nei sistemi diversi. Per ovviare alla differenza delle norme tra gli Stati membri ''qualcosa si sta facendo - ha detto Maroni - ma siano al 5% di legislazione europea e al 95% di quelle nazionali''.

Gli esempi sono vari ''nei sistemi di contrasto all'immigrazione clandestina, in quelli per chi richiede asilo e per l'integrazione delle persone regolari''. Quanto ad esempio all'asilo ''chi lo chiede in Francia, può venire in Italia, invece chi lo chiede in Italia, deve restare in Italia, fatto che crea ovvi problemi per eventuali ricongiungimenti''. Per il contrasto alla clandestinità il ministro ha ribadito la volontà di ''specificare'' con un decreto la direttiva europea che ''prevede la richiesta all'immigrato di lasciare il Paese entro sette giorni e non più il rimpatrio, salvo per l'eccezionalità di problemi di ordine pubblico. Solo la richiesta non funziona. E' una buona direttiva - ha aggiunto - ma come tutte le norme europee ha luci e ombre''.

L'inadeguatezza delle politiche comunitarie l'ha esemplificata poi riferendo che ''per il fondo speciale rifugiati l'Europa ha previsto 21 milioni di euro per il 2013, per tutti gli Stati membri, con la prospettiva che all'Italia arrivino magari 500.000 euro. Peccato che in cinque mesi quest'anno abbiamo speso oltre 100 milioni di euro e prevediamo superino i 250 milioni a fine anno. A me un'Europa che mi dia 5-6 mln di euro fra qualche mese non serve''.

''Non dimentichiamo - ha evidenziato - che le organizzazioni criminali che si fanno pagare per lasciare gli immigrati in balia del Mediterraneo sanno bene che l'Europa pullula di accordi bilaterali. Solo in materia di sicurezza, contro il terrorismo, il traffico di droga, di armi e d'immigrati clandestini, l'Italia ne ha più di trenta. E ne ha la Spagna, la Francia. Chi traffica in esseri umani li conosce e manda in ogni Paese persone da Stati che non hanno accordi con quello di arrivo''.













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