Festa popolare, ma sobria per celebrare Pergine città

Domenica a Palazzo Tomelin Dellai consegnerà il titolo ufficiale a Corradi Poi in piazza Municipio formaggio, lucaniche, speck, polenta e vin brulè per tutti


di Roberto Gerola


PERGINE. Solennità, sobrietà e festa popolare per il titolo di “città” che verrà conferito a Pergine, domenica con una cerimonia a Palazzo Tomelin. Il protocollo è stato fissato ieri in giunta: il discorso del sindaco Silvano Corradi, quello del presidente della Regione Lorenzo Dellai (in questa veste ha firmato il decreto), di Franco Senesi (presidente della Cassa rurale e quindi “padrone di casa”) e infine del parroco don Remo Vanzetta. Dellai consegnerà la pergamena con il “titolo” di città a Corradi, mentre Corradi consegnerà a Dellai una targa in vetro con l’antico stemma di Pergine (quello riprodotto sulla chiave di volta del portone d’ingresso alla sala consiliare). Durante la cerimonia scorrerà un filmato con decine di immagini che narrano la storia di Pergine: foto storiche e attuali, di realtà economiche e produttive, di palazzi, scuole, vie, strutture pubbliche e private, di popolazione. Con il Coro Castel Pergine ad accompagnare la cerimonia, con letture di brani di storia che motivano il titolo di città, con bimbe e bimbi a fare i valletti. Nel finale, l’Inno di Pergine cantato dal Coro. Questa la solennità.

Poi, corteo accompagnato dalla Banda sociale lungo via Pennella e fino in piazza Municipio. Qui, Inno di Mameli, Inno al Trentino, Inno di Pergine in sequenza e poi il via alla festa popolare: 50 kq di formaggio, 50 kg di lucaniche e 40 di speck; tante polente (all’opera saranno gli alpini) ed ettolitri di vin brulé trentino doc con qualche bottiglia di spumante trentino. Questa la sobrietà della festa popolare calata nel Villaggio delle Meraviglie di Perzenland - Valle dei Mocheni. E si andrà avanti fino a sera. Volontari e aziende contribuiscono alla manifestazione che costerà duemila euro.

Sindaco Corradi, sarà un momento importante per Pergine.

«Lo dico ormai da tempo che è un momento importante e ne sono orgoglioso anche perché, sono convinto che Pergine si meriti questo titolo per molti motivi. E’ un riconoscimento, non solo di facciata, ma per un passato storico invidiabile che non è da meno di Trento o Rovereto, con personaggi illustri anche a livello nazionale ed europeo. Non bisogna poi dimenticare il ruolo che Pergine ha da qualche decennio a questa parte, nel territorio della Valsugana e del Trentino».

Pergine si è distinta anche per?

«Per aver proposto a livello provinciale qualche gioiello operativo: come l’Asif Chimelli, come l’ente della Casa di riposo e in passato il manicomio e la prima centrale idroelettrica».

Ora Pergine ha più di 21.000 abitanti.

«È cresciuta non solo come popolazione, ma come servizi, come cultura grazie anche al patrimonio esistente come via Maier, palazzo Crivelli, palazzo Montel, il Castello, palazzo Hippoliti, grazie a personaggi che in ogni epoca hanno dato lustro culturale».

Cosa vuol dire essere sindaco di una città?

«Il ruolo non cambia, occorre sempre lavorare per il bene della comunità. Semmai, occorre qualcosa in più per aprirsi a nuove sfide, per portare con dignità e onore questo titolo. Lo dirò domenica, alla cerimonia, perché sono convinto che tutti i cittadini perginesi saranno orgogliosi di questa qualifica anche se non comporta benefici od altro. Dobbiamo essere consapevoli che in Trentino siamo i primi a diventare città da quando siamo Italia anche noi».

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