Fassa, la tassa di soggiorno agita gli albergatori

Lasagna (Asat): «Non vogliamo nemmeno sentire parlare di un’altra imposta» Nicolodi (Union Hotels): «Se proprio deve esserci che almeno rimanga qui»



MOENA. La tassa di soggiorno ha acceso il dibattito dell’assemblea dei soci dell’Apt di Fassa, giovedì sera al polo scolastico di Moena. Ma sul tributo, che pare d’imminente introduzione in Trentino, l’assemblea non ha potuto avere chiarimenti dall’atteso assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola che, per impegni a Roma, non si è presentato.

Ad aprire l’incontro, dopo un saluto della procuradora Cristina Donei che ha invitato a fare rete per superare la crisi, il presidente dell’Apt Enzo Iori, che ha presentato il bilancio d’esercizio - di 4 milioni 695 mila euro con un utile di 62 mila euro - chiuso a fine 2013 e il suo resoconto.

Iori si è soffermato sul servizio skibus a pagamento che nonostante i disagi, specie a Moena e Mazzin, è andato oltre le aspettative con un incasso di 366 mila euro (previsti 200 mila euro) grazie alla collaborazione degli operatori turistici che hanno agevolato la vendita dei biglietti (acquistati dal 22% degli ospiti arrivati). Un incasso prezioso, dopo il taglio del 17,5% dei trasferimenti provinciali, per il 2014, che mette in difficoltà l’Apt richiedendo ancor più unità tra i soci. Unione messa però in discussione da Celestino Lasagna, presidente Asat centro Fassa, per via della tassa di soggiorno: «Non vogliamo sentir parlare di un’altra tassa - ha detto Lasagna - siamo al limite. Se sarà introdotto il tributo io e altri cento albergatori non verseremo la quota volontaria all’Apt. Si dice che in Italia sia applicato dappertutto, ma è vero solo per 500 comuni su 8 mila. Siamo contrari, soprattutto finché non ci verrà spiegato se sarà ripristinato Trentino Marketing, che fine faranno le Apt e come saranno impiegati i soldi della tassa che per noi dovrebbero essere investiti sul nostro territorio in promozione e servizi. Vorremmo, poi, capire perché i vertici dell’Apt la sostengono pur conoscendo l’avversione di tanti albergatori».

Dopo la richiesta di garanzie sulla permanenza del tributo in valle anche da parte di Walter Nicolodi (Union Hotels), dura la replica di Iori: «È prioritario per l’Apt che i proventi della tassa, se sarà istituita dalla Provincia a fronte di trasferimenti sempre minori, restino dove vengono pagati e investiti in promozione. Ma non capisco perché l’Asat non si sia battuta con altrettanta forza contro altre gabelle e la riduzione dei finanziamenti alle Apt».

Anche Riccardo Franceschetti, già presidente Apt, ha ribattuto alla fuga di albergatori paventata da Lasagna: «Di fronte alle difficoltà non si scappa. Il punto non è il tributo, il turista che sceglie un soggiorno in Fassa non ci rinuncia per un euro in più al giorno, ma la nostra capacità di trovare soluzioni condivise, ecco perché mi batto anche per lo skipass unico di valle». E commentando, poi, l’intervento del consigliere ladino Beppe Detomas, che ha espresso la necessità di idee nuove e il suo impegno a evitare altri tagli orizzontali in campo turistico, Franceschetti ha asserito: «La Provincia dovrebbe potenziare il turismo che può fare la differenza in un momento di crisi, invece di imporre tagli ai territori più visitati come Fassa». Anche Davide Moser, dell’Asat di Moena, si è rivolto a Detomas perché sostenga l’apertura in valle di una scuola alberghiera d’alto livello, mentre Fortunato Bernard, in chiusura, ha invitato all’ottimismo e alla capacità di fare squadra dei fassani.













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