Failoni e Asat convinti: «Ora strutture sicurissime» 

L’assessore al turismo: «Problema vecchio, già superato prima dell’inverno» Battaiola, presidente di categoria: «Da noi massima attenzione a prevenzione» 



TRENTO. Roberto Failoni non è solo assessore al turismo provinciale ma è anche albergatore. Su questa brutta storia della legionella il politico della Lega ha insomma una duplice visione: «In primo luogo va sottolineato, per non creare allarmismi, che la notizia è vecchia. É un problemadi quest’estate, completamente debellato. In ogni struttura alberghiera c’è un piano, preciso e puntuale di autocontrollo. Tutti sanno esattamente cosa debbono fare in termini sia di monitoraggio che di profilassi. La scorsa estate in Paganella potrebbero esserci state una serie di circostanze piuttosto sfortunate. Ma posso senz’altro dire che a livello di sicurezza, di controlli, di sanità siamo al top. Non si è più registrato alcun caso» osserva Failoni.

«Solidarietà ai colleghi dell’altipiano della Paganella. Le indagini facciano il loro corso, per noi ora esiste la presunzione di innocenza sino a prova contraria. Di sicuro - osserva il presidente dell’associazione albergatori Asat, Gianni Battaiola - le strutture di quella zona ora sono in assoluto le più sicure, dopo i controlli a tappeto che le hanno viste protagoniste all’inizio della stagione invernale».

La reale proporzione dell’epidemia di legionella della scorsa estate fa impressione: «La prevenzione? Va fatta ed è regolamentata da una norma del 1994. Gli albergatori trentini sono molto attenti a queste problematiche. E la nostra associazione mette a disposizione esperti, funzionari, analisi: e qualora venga individuato il problema offre assistenza. Dico qualora perché nella maggioranza dei casi il problema non esiste. La legionella è endemica, non si può debellare totalmente. L’unico sistema sta nelle buone pratiche, nel tenerla sotto controllo. Queste pratiche avvengono regolarmente: una o due volte all’anno. Dipende non solo dalla pausa stagionale, ma anche da una località all’altra. Ci sono delle destinazioni che non hanno questo problema, o comunque una percentuale molto bassa. Se si scopre che all’interno della struttura c’è una presenza di legionella si mette in atto la profilassi. Ci sono, a seconda della quantità presente, dei procedimenti più o meno impattanti: si interviene con degli shock termici (immettendo acqua ad alta temperatura nelle condotte) o all’occorrenza con degli shock chimici, con l’utilizzo di appositi prodotti».

Quando la situazione è più diffusa, come nel caso in questione? «Si accentua la profilassi. Si intensificano gli incontri informativi: nell’altipiano, l’autunno scorso, sono intervenuti numerosi esperti. In collaborazione sia con il Comune sia con l’Azienda sanitaria. Tutta la zona è stata monitorata in modo particolare, in modo molto più approfondito. Soprattutto si è voluto verificare se tutto quello che era stato messo in atto avesse avuto successo. Prima dell’inizio della stagione invernale tutte le strutture sono risultate perfettamente idonee: lo scopo dell’associazione di categoria è quello di mettere sul mercato un prodotto sicuro». Si parlava di zone dove la legionella è più o meno presente: «In tutto il Trentino c’è una presenza di questo batterio, tenuto sotto controllo, debellato. In Paganella sono stati particolarmente sfortunati nella scorsa estate, dove hanno avuto una serie di concause. Si deve anche dire che oggi si sa sempre più di legionella, anni fa problemi legati a questa presenza erano scambiati per qualche cosa di diverso».(g.t.)













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