Ex mensa, futuro tra museo e foresteria

Il Tavolo ex Op la vuole come memoria storica dell’ex psichiatrico, ma c’è chi la vede come punto d’accoglienza per il parco


di Roberto Gerola


PERGINE. Se nella parte alta del parco ex ospedale psichiatrico si sta procedendo nella sistemazione del verde (i lotti sono cinque), nella parte bassa si dovrà ancora attendere. Si fa riferimento all’area dall’ingresso fino al nuovo Villa Rosa e quindi le aree verdi a fianco del viale di accesso attraversate dalle laterali per raggiungere i vari padiglioni e strutture. Questo, è stato uno dei molti aspetti emersi l’altra sera nel corso dell’incontro informativo sul parco (e le strutture) in generale promosso dal “Tavolo ex Op”. Presenti l’assessore Marina Taffara (progetto speciale per il parco), Carmelo Anderle, (progettista per il recupero del parco), Fabrizio Fronza (dirigente provinciale Servizio valorizzazione ambientale e responsabile dell’Intervento 19).

Bloccato sul nascere il tentativo di polemizzare sui tagli di alberi per allargare via San Pietro (saranno anzi valorizzati come da progetto del Comune), le considerazioni espresse dai relatori si sono mostrate molto interessanti. Oltre alle richieste sui lavori nella “parte bassa”, qualche visione differente è stata evidenziata a proposito dell’utilizzo della struttura “ex cucine – mensa”.

L’edificio che si trova un po’ al centro dell’area, è di proprietà dell’Azienda sanitaria come la vicina “sala autopsie” in fase di restauro. Le proposte per utilizzare questa struttura si sono accavallate. Membri del “Tavolo ex Op” si sono dichiarati per un suo utilizzo come “museo” dell’ospedale psichiatrico. Dentro ci sono ancora le attrezzature originali e in passato è stato luogo di spettacoli da parte di Psa. La voce del “Tavolo ex Op” era per destinarlo a “memoria storica”, mentre le prospettive istituzionali erano invece per trasformarlo in “foresteria” (punto ristoro, accoglienza, servizi, locale didattica) per evitare che simili strutture possano essere realizzate nella parte alta del parco da tenere libero da chioschi o altri elementi del genere che potrebbero in qualche modo deturpare l’ambiente. Quindi, necessità di coinvolgere l’azienda sanitaria e magari anche il Fai presente alla serata con un proprio osservatore.

L’altro aspetto per certi versi dibattuto ha riguardato l’intervento nelle aree verdi della “parte bassa”. Vi si trovano molti alberi, per qualcuno addirittura troppi e occorre fare una selezione affinché i migliori possano essere valorizzati (il consiglio è stato dato dal forestale Maurizio Beber). Nella risposta data da Carmelo Anderle, occorreva attendere gli effetti dei consistenti scavi (rete teleriscaldamento) che hanno danneggiato le radici, ma anche necessità di trovare un intesa tra i diversi proprietari con le rispettive esigenze. Di questo tenore anche le dichiarazione dell’assessore Taffara. E’ emerso anche che nonostante la convenzione sottoscritta da tutti gli interessati, ci sono interesse differenti. Esiste comunque un progetto di massima che prevede una serie di interventi: demolizione della portineria – uffici – barriera di ingresso, realizzazione di slarghi o piazze, eliminazione del traffico verso la zona alta, punti di accesso dall’esterno, utilizzo dei parcheggi vicini.

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