Esuberi Sait, è rottura nella trattativa  

Sindacati divisi sui criteri di licenziamento. L’azienda: «Impossibile proseguire». La palla passa ora alla Provincia  



TRENTO. I sindacati si dividono sui criteri di licenziamento proposti dall’azienda e la trattativa sui 116 esuberi del Sait si interrompe. Finisce così una giornata di confronto serrato tra le parti. Oggetto dello scontro i «sottocriteri» con cui scegliere le persone da licenziare che il consorzio vorrebbe affiancare ai criteri generali dell’anzianità aziendale e del carico familiare: criteri legati alla produttività, al numero di colli movimentati e alla disponibilità di fare straordinari, ma anche - nel caso dei dipendenti degli uffici - lo spirito di iniziativa e le capacità relazionali. Criteri che, secondo la Filcams, aprirebbero la strada a scelte unilaterali dell’azienda.

A sera le organizzazioni sindacali danno le rispettive versioni.

Da un lato Fisascat Cisl e Uiltucs, che avrebbero voluto continuare a trattare, dall’altra la Filcams Cgil. «A fronte della dichiarata disponibilità aziendale di ridurre sensibilmente i licenziamenti entrando nel merito dei criteri di valutazione previsti dalla normativa vigente - scrivono Lamberto Avanzo (Cisl) e Walter Largher (Uil) - il Consiglio di Azienda composto dai delegati di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, a seguito di un incontro in assenza dei Segretari delle Organizzazioni Sindacali, ha manifestato autonomamente la volontà di proseguire la trattativa». Alla ripresa del tavolo di discussione le posizioni si sono però nuovamente allontanate, spiegano Cisl e Uil, «per l'indisponibilità ufficializzata da parte della Filcams Cgil di approfondire i criteri se non rifacendosi direttamente a quelli già previsti per legge che comportano però il mantenimento degli esuberi attualmente dichiarati nel numero di 116».

L'azienda, preso atto che il tavolo non è più unitario, ha comunicato l'impossibilità di proseguire la trattativa. Fisascat Cisl e Uiltucs unitamente alle Rsa, «ribadiscono la necessità di non chiudere opportunità di salvaguardare posti di lavoro, la volontà di ricercare fino in fondo caparbiamente ogni soluzione atta a ridurre sensibilmente i licenziamenti». «Chiediamo a Sait la convocazione per proseguire la trattativa in sede amministrativa presso il Servizio Lavoro della Provincia per non lasciare nulla di intentato. Ci riteniamo libere di agire a tutti i livelli - concludono - con il massimo coinvolgimento di tutte le istituzioni, in primis con la convocazione urgente da parte della Federazione delle Cooperative, per recuperare una frattura sindacale che rischia di dare esiti drammatici inficiando il percorso di condivisione portato avanti dalle Confederazioni di Cgil, Cisl e Uil». Diversa la posizione della Filcams Cgil: «Di fronte alla proposta del Sait di andare in deroga ai criteri previsti dalla legge, con uno sbilanciamento sensibile sulle esigenze tecnico-organizzative a scapito di carichi di famiglia e anzianità di servizio, la Filcams è indisponibile a procedere, perché questo darebbe mano libera nella scelta dei lavoratori licenziabili, penalizzando ancor di più i più anziani, con carichi di famiglia e limitazioni alla mansione, e quindi ancora più difficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro». Filcams ha poi ribadito che «qualsiasi ragionamento sugli esuberi deve necessariamente partire dal numero di lavoratori posti attualmente in cassa integrazione depurato del peso delle esternalizzazioni, ma la direzione del Sait ha rifiutato la proposta». Il prossimo passaggio sarà ora al Servizio lavoro della Provincia, alla ricerca di una difficile mediazione.















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