Esuberi, all’Itea comincia la conta

Quasi 40 tecnici verso Piazza Dante. Aida Ruffini: «Ma qui quasi tutti sono già dipendenti pubblici»


di Robert Tosin


TRENTO. E’ una cura dimagrante più che necessaria e una riorganizzazione che sposa perfettamente le nuove direttive per fare fronte all’imponente crisi internazionale, ma il rischio pastrocchio è dietro all’angolo. Il riordino delle società provinciali ha già messo in crisi il rapporto con i sindacati che hanno drizzato subito le antenne, imponendo l’altolà alla Provincia. L’assessore Mauro Gilmozzi, infatti, ha provato a inserire nella legge sui servizi pubblici in discussione in commissione una norma a tutela dei dipendenti delle società pubbliche. Nel caso di “esuberi”, i lavoratori titolari di contratto privatistico verrebbero assorbiti direttamente dalla Provincia. Per i sindacati la cosa non sta né in cielo né in terra: i criteri di assunzioni sono diversi e a un privato non può essere “regalato” un posto pubblico in questo modo. Insomma, è prevista battaglia dura tanto che lo stesso assessore si muove con molta attenzione.

Tra le società provinciali quella che più potrebbe essere interessata all’operazione è l’Itea, «ma non parlate di esuberi - spiega la presidente Aida Ruffini - perché l’Itea non ha esuberi di alcun tipo. Non dimentichiamo che la questione prende le mosse da una legge del 2010 con cui la Provincia costituiva l’Agenzia per i lavoro pubblici. Questo ente avrà il compito di centralizzare su di sé gli aspetti tecnici delle opere pubbliche». Una sorta di ufficio tecnico in comune, dunque, che presterà servizio a tutti gli enti pubblici che devono progettare, costruire e seguire un cantiere. Ecco che allora l’ufficio tecnico dell’Itea non servirebbe nell’attuale composizione ricca di 37 professionisti tra architetti, ingegneri e geometri. «Per noi è motivo di orgoglio perché è un’occasione di valorizzazione di un patrimoni di risorse umane di prim’ordine in Trentino: Itea ha una lunga tradizione di progettazioni di scuole, palestre e edilizia civile che potrà essere messo a disposizione di tutti gli enti».

Ma, detto questo, la presidente dell’Itea non vede molto centrata la polemica dei sindacati. «Nel nostro caso, i due terzi dei dipendenti sono già provinciali, “girati” all’Itea. Quindi nel caso di un passaggio, di fatto piazza Dante si riprenderebbe il suo personale. Aggiungiamo poi che il nostro ufficio tecnico non sarà certo smantellato, perché avremo comunque ancora necessità di interventi professionali dall’interno». E chi è assunto in busta paga Itea? Aida Ruffini preferisce attendere la definizione della legge e gli eventuali accordi sindacali, ma non condivide le critiche già sollevate dai sindacati. Tutto sommato, non esclude anche che si possa trovare un accordo di “prestito”, cioè una sorta di comando per i dipendenti Itea inviati nella nuova Agenzia per le opere pubbliche, capovolgendo quello che succede ora. «Qui stiamo parlando di persone che hanno sì un contratto privatistico proprio di una Spa, ma non dimentichiamo che esistono delle specifiche leggi per le assunzioni. Ci sono caratteristiche diverse rispetto ai bandi pubblici veri e propri, ma non va trascurato che anche da noi i concorsi d’assunzione sono fatti con evidenza pubblica, rispettando tutte le regole della pubblicizzazione e davanti a commissioni pubbliche nominate».

Il vero problema si avrà quando le agenzie centralizzate si troveranno a fare i conti con troppi professionisti in carico.

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