Esodati, anche in Trentino è caos

L’Inps sta calcolando il numero di chi non ha ancora il diritto alla pensione



TRENTO. Caos esodati anche in Trentino. Dopo le cifre uscite nei giorni scorsi, anche da noi manca chiarezza su quanti sono i lavoratori lasciati a piedi dalla riforma Fornero, cioè senza più un lavoro e con la pensione che si allontana come se fosse un miraggio. Secondo il governo, a livello nazionale gli esodati sono 65 mila, secondo le stime dell’Inps, però, sono 390 mila. Una differenza enorme, quella tra le due stime. In mezzo c’è il caos. Anche qui in Trentino non ci sono idee molto chiare su quanti siano gli esodati. Il segretario della Fiomn Cgil Roberto Grasselli spiega: «Noi possiamo fare una stima in base a quanti si sono rivolti a noi. In tutto sono una cinquantina i metalmeccanici che sono finiti in mobilità in forza di un accordo con l’azienda in attesa di andare in pensione. Si tratta di dipendenti di grandi aziende come la Dana, la Whirlpool e la Zf. Poi, però, ci sono i dipendenti di aziende più piccole che non rientrano negli accordi con i sindacati e che hanno fatto accordi individuali. Questi sfuggono a ogni stima. Per questo è difficile dire quanti siano gli esodati da noi». Oltre ai 50 metalmeccanici è sicuro che ci sono anche cinquanta dipendenti delle Poste. Poi ci sono decine di dipendenti che hanno raggiunto singolarmente accordi con le loro aziende. L’Inps, comunque, sta mettendo a punto uno studio per calcolare quanti sono gli esodati. Grasselli chiede che si faccia ricorso a un allungamento della mobilità: «Piuttosto che attivare il Progettone, è meglio che si allunghi la mobilità».













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