Entra nel bar con la pistola nascosta sotto la giacca 

Denunciato un uomo di 49 anni di Cavalese per porto abusivo d’arma da fuoco Nella sua abitazione trovato anche un coltello con incisioni del fascismo 



TRENTO. Entra in un bar di Ziano di Fiemme con una rivoltella. A casa sua ha un pugnale con una lama di circa 30 centimetri che riporta incisioni risalenti al periodo del fascismo. Denunciato dai carabinieri di Cavalese un uomo del posto per porto abusivo d’armi e possesso illegale di arma bianca. Lui è un 39enne di Cavalese, G.C le iniziali, incensurato. Sabato 17 marzo, per motivi riconducibili al mero esibizionismo, entra in un locale di Ziano. Un uomo al bar, nulla di più, eccetto per quel piccolo particolare che non passa inosservato. Lo nota il gestore del locale: l’uomo che è appena entrato, nella tasca della giacca ha qualcosa. E’ la canna di una pistola. Lo smarrimento iniziale dura poco. Fulminea la prontezza del gestore nel rilevare un possibile pericolo nel suo locale. L’uomo con la pistola non sa di essere stato notato così in fretta. Non sa neppure che in quello stesso locale, a pochi metri, c’è un’altra persona che, di lì a poco, sarebbe immediatamente intervenuta. Tra gli avventori del bar, in mezzo ad un gruppo di amici, c’è un carabiniere. E’ un militare della compagnia di Cavalese. E’ a lui che, in prima battuta, si rivolge il gestore. Quell’uomo, la pistola sfacciatamente “in bella mostra”, va allontanato prima che possa accadere qualcosa, prima che la sicurezza dei clienti del locale venga messa in percolo. Il carabiniere muove così i primi passi. Verifica quanto gli è stato riferito, non smette di tenere d’occhio l’uomo con la pistola che spunta dalla giacca. Nel frattempo, il militare aveva già avvertito la centrale operativa. Sul posto arrivano due pattuglie; due pattuglie a illuminare quella notte di follia. Ci sono gli uomini del Nucleo Operativo di Cavalese e quelli della stazione dei carabinieri di Vigo di Fassa. L’uomo con la rivoltella viene bloccato, disarmato e portato quindi in caserma dove viene identificato. La sua pisola sequestrata: si tratta di un’arma priva di colpi e pure in cattivo stato di manutenzione. A casa del quarantanovenne di Cavalese, i carabinieri del posto fanno però un’altra scoperta: c’è un pugnale risalente al fascismo con una lama di 30 centimetri. Anche quest’arma, sapientemente incisa, si trova in un cattivo stato di conservazione, risale ai primi del 900’. Anche questo pugnale, così come la rivoltella, non avrebbe potuto nuocere, date le condizioni. Resta il possesso illegale di arma bianca, e questo è reato. Tutto questo però, prima del sequestro, non si sapeva. Non si sapeva che quell’uomo era entrato al bar con la pistola per il solo gusto di farlo. (f.q)















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