Effetto Grisenti, sviluppi anche nella Comunità

L’uscita di Alessandra Sordo dall’Upt potrebbe avere conseguenze in Giudicarie Al vertice della Commissione, attacca: «La mia nomina per meriti tecnici»


di Ettore Zini


GIUDICARIE. Gli sviluppi veri, quelli in grado di incidere significativamente sugli assetti del partito e della Comunità di Valle, ci saranno probabilmente solo dopo l’assemblea costituente di Progetto Trentino di oggi, a Trento. Ma, per ora, in Giudicarie, sia tra i vertici dell’Upt, sia all’interno della giunta Ballardini non ci sono segni evidenti di preoccupazione per la fuoriuscita dal partito della coordinatrice Alessandra Sordo e dei quattro membri, che con lei, hanno sottofirmato le dimissioni. Né, come conferma la presidente di Comunità di Patrizia Ballardini, ci sono probabilità di un possibile rimpasto all’interno dell’esecutivo.

«E’ ben vero – spiega – che all’atto costitutivo avevo chiesto la disponibilità a Piergiorgio Ferrari e Luigi Olivieri per una staffetta nella seconda parte del mandato. Ma, è anche vero che non sono stati stabiliti vincoli di tempo. Quindi, nulla esclude che si possa arrivare al termine della legislatura con l’attuale esecutivo».

A rammentare questa ipotesi (al vetriolo, secondo alcuni), con una lettera al Giornale delle Giudicarie, era stato Massimo Caldera, uno dei trasfughi dell’Upt, che - assieme alla Sordo, Marilena Lucchesa, Alice Maffei e Ugo Bonomini - hanno deciso di lasciare il partito, per il nuovo soggetto politico dell’ex assessore Silvano Grisenti. Ma sulla ventilata scadenza di metà legislatura, per ora, la presidente Ballardini né conferma né smentisce. Secondo gli accordi presi, dice, c’è la piena disponibilità dei due assessori a fare un passo indietro per lasciare spazio alle nuove generazioni.

Adesso l’argomento non è di attualità (anche un sms spedito proprio ieri dalla Ballardini a tutti i membri di giunta lo confermerebbe). Ed è molto probabile che si possa arrivare a fine mandato con gli stessi uomini. Il momento politico però è delicato. E seppur, a livello ufficiale si ostenti tranquillità, è fin troppo evidente che le dimissioni di Alessandra Sordo & C. qualche problema in seno al partito lo abbiano creato. Tacciono i vertici. Che finora non hanno preso alcun provvedimento. Ma, per ammissioni di alcuni membri locali del partito, dopo l’assemblea di oggi all’Interporto, potrebbe arrivare quella che in gergo si chiama resa dei conti.

Quindi non è scontato che l’architetto Alessandra Sordo possa mantenere la presidenza della Commissione del Piano Territoriale di Comunità. Lo ha detto il neo senatore Fravezzi in più interviste: chi lascia il partito lascia tutto. Ma, anche a livello locale, sono poche le possibilità che certi incarichi possano essere mantenuti anche dopo le dimissioni. «Io – dice l’ex coordinatrice dell’Upt Sordo – credo di essere entrata in commissione per meriti tecnici e non politici. Ma sarà compito della Ballardini, a cui ho inviato una lettera, decidere in merito. Di certo c’è che ho lasciato anche il partito, a cui ho ufficializzato le dimissioni». Le motivazioni Alessandra Sordo, dallo scorso 23 febbraio responsabile di valle per l’Upt (era stata nominata lo a Comano Terme alla presenza di 311 delegati), le ha affidate a un documento inviato alla segretaria Fontana. Ma le ribadisce in sintesi, proprio alla vigilia di entrare a far parte del nuovo progetto politico di Grisenti. In cui, dice, si identifica in tutto e per tutto. Una decisione spiega, maturata da tempo, anche per l’eccessivo verticismo all’interno dell’Upt che non ha capito l’esigenza di rinnovarsi. «Soprattutto in momenti come questi, dove è necessario abbandonare i vecchi schemi e le vecchie ideologie, per dare risposte concrete ai cittadini». Già dalla prossima settimana è comunque attesa la reazione della segreteria del partito che, come ha anticipato l’assessore Piergiorgio Ferrari, non potrà non prendere atto dello strappo consumato.

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