E ora scatta l’operazione «Trento 2018»

Pinamonti: l’obiettivo è fare in modo che la nostra sia l’unica proposta, condivisa da tutte le sezioni



TRENTO. Adunata il giorno dopo. Maurizio Pinamonti, presidente della Sezione Ana di Trento è sempre più entusiasta e soddisfarlo della riuscita. C’era una scommessa alla vigilia: il tempo atmosferico, ma soprattutto la partecipazione e l’incognita di possibili reazioni “contro” gli alpini. «Tre elementi che si sono rivelati positivi - afferma Pinamonti - l’aver proposto “fratellanza, amicizia, responsabilità” come motto da parte dell’Ana nazionale per ricordare gli universali “valori dei padri” è stato determinante. Sono anni che gli alpini non sono più in armi, ma sono nel mondo come portatori di pace, a maggior ragione in Italia. L’Alto Adige non ci ha visto come “invasori”, ma come “fratelli” e “amici” e i sentimenti della popolazione lo hanno dimostrato. Per noi trentini, è stato poi un successo nel successo. La partecipazione è stata entusiasta e condivisa e i numeri lo hanno dimostrato. Ci siamo sentiti tutti galvanizzati per avere un’Adunata sulla porta di casa, ma anche perché confidiamo di averla noi a Trento nel 2018. E devo sottolineare l’appoggio ricevuto da Trento, città e Provincia, nel sostenere la nostra azione per ottenere l’Adunata del 100° di annessione all’Italia».

Il punto centrale è proprio l’Adunata a Trento nel 2018. Per ottenerla, occorrono importanti motivazioni storiche, ma anche logistiche. E per Trento sono pari a Torino nel 2011 e Trieste nel 2004. A scegliere la città dell’Adunata è il consiglio Ana nazionale dopo che ogni raggruppamento di Sezioni Ana, e sono 4, presenta delle candidature. Per facilitare la scelta sia nel caso di Trieste e sia nel caso di Torino, i raggruppamenti Ana non interessati non si erano proposti. Quindi, in entrambi i casi, Trieste e Torino rappresentavano le uniche proposte ciascuna per la rispettiva annata. «Si vuole raggiungere lo stesso obiettivo anche per Trento», spiega Pinamonti. Nel 2013, l’Adunata è a Piacenza, per il 2014, ci sono due proposte: Pordenone e L’Aquila. Tra il 2015 e il 2017 sono in ballo centri veneti coinvolti nella Grande Guerra. Il 3 novembre 1918, gli alpini erano già alla periferia di Trento, pronti a entrare in città, ma furono invece fermati all’ultimo momento perché “politicamente” dovevano essere i Cavalleggeri a entrare per primi. A capo degli alpini era un colonnello di Chieti e con questa città Trento intende gemellarsi in vista appunto del 2018. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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