Due auto in fiamme, rogo doloso a Susà

Bruciate nella notte di Natale la Meriva e la Panda di Lorenzo e Nicola Carlin. Danni rilevanti anche agli edifici circostanti


di Roberto Gerola


PERGINE. Hanno bruciato due auto in un colpo entrambe nello stesso piazzale interno e della stessa famiglia. Con danni ingenti anche agli edifici. Le hanno date alle fiamme volutamente. L’inquietante episodio, la notte di Natale a Susà lungo la via principale, la via Rio Santo.

Erano circa le 3, dopo la mezzanotte. Dalla vicina chiesa di San Floriano erano ormai rincasati tutti. Dopo la messa. Lorenzo Carlin, 78 anni con la moglie era nella sua abitazione (di fronte alla pizzeria), quando è stato svegliato improvvisamente dalle grida del vicino, Celeste Puecher, che chiamava aiuto: ha rischiato, lui con la moglie, di rimanere soffocato in casa. Stavano andando a fuoco le auto parcheggiate nel piazzale (non c’è cancello). La sua, una Opel Meriva 1300 era al riparo nel portico sotto la terrazza alla qual si accede dal soggiorno-cucina; poi, l’auto della nuora, Luisa Valcanover, una Fiat Panda intestata al figlio Nicola. Quest’ultima era parcheggiata alcuni metri più in là, davanti all’ ingresso dell’edificio annesso, dove abita appunto Nicola, prospiciente il piazzale. Vista la distanza è stato escluso che le fiamme di una abbiano raggiunto l’altra. Come dire che l’intenzione era proprio quella di bruciarle. Una era ferma da tre giorni, l’altra dal mattino precedente.

Le fiamme sono state appunto notate attorno alle 3, l’allarme ai vigili del fuoco volontari di Pergine è stato immediato. Al loro arrivo, le fiamme erano altissime. A raccontare il tutto, appunto Renzo Carlin. «Le fiamme hanno raggiunto anche il tetto - ci ha detto il pensionato - bruciando il “cappotto” dell’edificio, e anche il rivestimento in legno della grondaia e della parte esterna, la legna depositata. La Opel era parcheggiata sotto la terrazza che dal calore è stata danneggiata con tutte le piastrelle del pavimento che si sono sollevate, i muri anneriti, i vetri del portone in ferro scoppiati. Per evitare ulteriori danni alla casa, l’auto è stata e trascinata fuori dal portico. C’era il gasolio in fiamme che scendeva in un rivolo lungo la strada. Fortunatamente non ha preso fuoco anche il trattore più all’interno del portico. La stessa cosa per la porta del garage di mio figlio. Anche lì, poi, danni ai muri e alle pareti, ai rivestimenti in legno». Danni per decine di migliaia di euro. Insieme ai pompieri anche i carabinieri per le prime indagini.

Renzo Carlin è in pensione da anni, un personaggio noto e ben voluto a Susà, ma anche a Pergine. Tra le altre cose, era stato l’ultimo gestore del bar interno dell’ospedale psichiatrico. E non riesce a capacitarsi di essere stato oggetto lui ma anche il figlio artigiano di una vendetta. Il giorno di Natale, la comunità di Susà è stata svegliata dalla notizia dell’incredibile episodio. Commenti, purtroppo anonimi per timore di ritorsioni, ma unanimi: un atto di teppismo, forse di una scommessa, di una bravata, per passare una serata diversa. Non sembra esserci altra spiegazione. Intanto, la vita tranquilla di una piccola comunità è stata scossa. «Cosa dobbiamo fare - ci hanno detto - alzare muri, mettere cancelli, chiudere tutto?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera