«Dsa, potenziare l’autostima dei ragazzi» 

Il coordinatore dell’associazione Periscopio, Marco Russo, invita a evitare la stigmatizzazione di chi è in difficoltà


di Fabio Peterlongo


TRENTO. «Occorre lavorare sull'autostima dei ragazzi con Dsa coinvolgendo la classe e i docenti, per evitare stigmatizzazioni». Questo è la principale sfida da affrontare per garantire agli studenti affetti da dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia un'istruzione in grado di esaltarne le capacità e ridurre le difficoltà. Lo spiega Marco Russo, coordinatore dell'associazione Periscopio, che accompagna nello studio 140 studenti con disturbi specifici dell'apprendimento in 19 sedi su tutto il territorio provinciale: «Non siamo di fronte a persone con disabilità cognitive, hanno spesso un quoziente intellettivo superiore alla media».

Professor Russo, quali sono le principali difficoltà che uno studente con Dsa deve affrontare?

Sono mediamente ragazzi di intelligenza elevata e si rendono pienamente conto che rispetto al compagno di banco hanno qualcosa “che non va”. La reazione è quella di colpevolizzarsi, di sentirsi “stupidi”. Hanno paura di essere presi in giro dai coetanei nel momento in cui si avvalgono di formulari o ausili didattici. Va fatto un lavoro di sensibilizzazione che coinvolga tutta la classe e i docenti.

Qual è il servizio che Periscopio offre a studenti e famiglie?

Proponiamo un'attività di tutoraggio, affiancando allo studente una persona qualificata in grado di gestire la specificità. Sono due incontri settimanali di un'ora e mezza, in cui lo psicologo o il pedagogista cerca di insegnare un metodo di studio in grado di ridurre la fatica nell'apprendimento. Sono le famiglie che si rivolgono a noi, per creare un percorso didattico personalizzato. In alcuni casi siamo contattati dagli insegnanti stessi. Le scuole ci offrono gli spazi dove svolgere le attività.

Con quali fasce d'età vi adoperate principalmente?

Ci rivolgiamo soprattutto a bambini e ragazzi dalla terza elementare alla terza media. È l'età critica in cui i Dsa sono emersi e conclamati e in cui si sviluppa il senso dell'identità e il metodo di studio. Ci dedichiamo anche a ragazzi delle scuole superiori, ma lì le materie diventano molto più specialistiche: è difficile trovare uno psicologo specializzato in Dsa che sappia anche il latino o altre discipline complesse.

Quanto è importante il sostegno delle scuole?

È essenziale. Garantisce la personalizzazione dei piani didattici e delle modalità di verifica. Per fare un esempio, nelle lingue straniere non si può prescindere da un approccio dedicato allo studente con Dsa. Per loro imparare i vocaboli è un'impresa quasi impossibile, dato che hanno difficoltà con la lettura e la scrittura della loro lingua natale. Una lingua che come l'inglese si legge in maniera diversa da come si scrive presenta grandi difficoltà. Dunque proponiamo che lo studente con Dsa che scrive “eppol” anziché “apple” sia valutato positivamente perché dimostra di aver appreso la nozione in maniera adeguata alla sua condizione personale. Le scuole hanno fatto tanto, anche grazie ai progressi legislativi. Ma la situazione è ancora a macchia di leopardo per quanto riguarda la tutela dello studente con Dsa. Oggi le classi sono molto più complesse rispetto a quindici anni fa, con molte diversità da integrare: questo sfavorisce lo studente con Dsa perché in linea di massima passa inosservato e non presenta problemi comportamentali.















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