Divorzio facile in Comune nel primo anno già 130 casi

Bastano 16 euro e un mese di tempo, ma serve l’accordo dei coniugi Il dirigente Paternoster: «Due dipendenti specializzati nei nostri uffici»


di Luca Marognoli


TRENTO. Sedici euro e poco più di un mese di attesa: non c’è da stupirsi se nel solo 2015 i procedimenti siano stati circa 130. Un numero importante, analogo a quello dei matrimoni civili. Nel primo anno dopo l’entrata in vigore della norma che consente il divorzio davanti al sindaco, negli uffici dello stato civile del Comune di Trento il lavoro non è mancato.

Tanto che un paio di persone sono state incaricate di occuparsi prevalentemente di queste pratiche. «Purtroppo abbiamo dovuto caricare di un onere ulteriore le risorse che avevamo», spiega Fabrizio Paternoster, dirigente dei servizi demografici e decentramento. «Si tratta di atti pubblici particolarmente delicati e complessi, per il valore legale che hanno nei confronti di terzi, e in prospettiva, visto che il numero tende ad essere sempre più rilevante, bisognerà pensare a una specializzazione. Serve gente preparata: laureati che conoscano il diritto civile, privato e di famiglia».

Quanto alle coppie che si presentano negli uffici di piazza Fiera - continua il dirigente - «appartengono a diverse classi di età e categorie sociali: faccio presente che non c'è bisogno del supporto del legale, tanto che il 99% non vi ricorre. Evidentemente chi ha più a cuore il risparmio prima di andare altrove si rivolge a noi».

Gli accertamenti vengono eseguiti dal personale comunale: « La disciplina prevede alcuni requisiti, come l'assenza di figli minori e l'assenza di atti di trasferimento di proprietà, e noi verifichiamo che sussistano».

Un tipo di procedimento, questo, che è stato definito anche divorzio “facile”, “lampo” o “low cost”, e il perché lo si capisce facilmente. Costi e tempi sono ridotti al minimo. «Servono 16 euro per la marca da bollo. La persona si qualifica con la carta identità e noi controlliamo il certificato di matrimonio e quello di residenza. Se i due coniugi sono entrambi residenti a Trento, in due settimane abbiamo in mano quello che serve per portare a termine la pratica. Per legge servono però più 30 giorni tra l'accordo fra le due parti e la conferma: c’è una doppia sottoscrizione di atto pubblico».

Come detto in precedenza, i numeri sono sovrapponibili a quelli dei matrimoni civili, celebrati anch’essi in Comune, che sono stati 134 nel 2015, 118 nel 2014 e 130 nel 2013. Il saldo, in questo caso è vicino a zero.

Da rilevare come il successo, in termini numerici, del divorzio davanti al sindaco contrasti con il flop del cosiddetto “divorzio breve” in tribunale (introdotto il 26 maggio 2015), che ha fatto registrare solo una decina di casi dall’inizio del 2016. Per divorzio breve si intende lo scioglimento del matrimonio dopo un anno dalla separazione, se giudiziale (quando manca l’accordo), o dopo sei mesi, se si tratta di separazione consensuale. In questi casi, naturalmente, la presenza dell’avvocato è necessaria.













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