Divorzi, in dieci anni un aumento del 28%

Crescono anche le separazioni, ma di una percentuale inferiore (2,4%) Matrimoni: quelli civili superano i religiosi. Coppie miste a quota 13,4%



TRENTO. Nel 2011 in Trentino ci sono stati 429 divorzi e 630 separazioni, con un aumento del 5,5% delle separazioni e una diminuzione del 12,1% dei divorzi rispetto all'anno precedente. Lo evidenzia una ricerca del Servizio statistica della provincia di Trento.

Al 1° gennaio 2013 i divorziati erano nel complesso 13.635, di cui 7.779 donne e 5.856 uomini. Questa differenza fra i generi è presente anche in Italia, dove il divario fra uomini e donne divorziati è ancora maggiore.

Analizzando i dati relativi agli anni dal 2000 al 2011, si nota un andamento irregolare che vede un aumento, contenuto, delle separazioni e più accentuato dei divorzi. Il numero delle separazioni è aumentato del 2,4% (nel 2000 erano 615), mentre il numero dei divorzi è cresciuto del 28,4% (nel 2000 sono stati concessi 334 divorzi). Se questi dati si prendono in considerazione in rapporto ai matrimoni, che passano da 2.338 unioni celebrate nel 2000 a 1.726 celebrate nel 2011 (con una diminuzione del 26,2%), appare evidente come il ricorso all’unione matrimoniale sia fortemente diminuito, divenendo uno dei possibili modi di formare famiglia negli anni più recenti.

Anche come conseguenza di questi mutamenti, cresce il numero di famiglie composte da una persona sola: al Censimento della Popolazione del 2011 sono state censite, in provincia di Trento, 75.975 famiglie composte da una persona sola, il 31,2% in più di quelle registrate nel censimento di dieci anni prima.

Un altro aspetto che dimostra un cambiamento rispetto alle forme familiari riguarda la nascita dei figli: nel 2000, in Trentino il 5,8% delle nascite avvenivano da padri celibi e madri nubili, mentre nel 2012 questa percentuale sale al 23,1% delle nascite. Sempre più figli nascono dunque al di fuori del matrimonio mentre il numero dei nati appare pressoché stabile (erano 5.135 nel 2000 e 5.152 nel 2012).

Da segnalare poi il minore ricorso al rito religioso e l’innalzamento dell’età media degli sposi al primo matrimonio (in Trentino nel 2012 essa era di 35,5 anni per gli uomini e 31,9 anni per le donne). In sostanza ci si sposa di meno, più tardi e con un minore ricorso al matrimonio religioso. Infatti, in Trentino nel 2005 il 57,4% dei matrimoni si celebrava con rito religioso (mentre in Italia era il 67,2%). A partire dal 2010 in Trentino si sono contratti più matrimoni con rito civile che con rito religioso: più precisamente nel 2010 il 51,5% dei matrimoni si sono celebrati con rito civile, percentuale che è salita al 53,0% nel 2011 e 2012.

Significativo il dato sui matrimoni misti: In Trentino la percentuale di questo tipo di unioni è più alta rispetto alla media nazionale (erano il 12,9% nel 2005 e il 13,4% nel 2012), seppur restando la realtà del nord Italia, dopo il Veneto e la Valle d’Aosta, con l’incidenza minore di matrimoni misti. In Italia questi rappresentavano il 9,4% del totale dei matrimoni nel 2005, per arrivare al 10% nel 2012.

Quanto all’affidamento dei figli, dai dati Istat emerge che, in Trentino, nel biennio 2011-2012, il 14,6% dei nuclei famigliari era costituito da famiglie monogenitoriali. La diffusione di questo tipo di famiglia in Italia è leggermente superiore (15,3%).

Infine gli aspetti economici connessi: in Trentino, nel 2011 più di una separazione su due (esattamente il 54,3%) ha visto assegnata alla moglie la casa di famiglia. Nel caso dei divorzi, invece, la casa è stata assegnata al marito nel 20,5% dei casi, alla moglie nel 46,2%.













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