SOLDI PUBBLICI

Dirigenti, i tagli saranno quasi dimezzati

La “sforbiciata” ai redditi ora scende da 10 a 6 milioni di incasso totale. Rossi: «Sarà un sacrificio a tempo». I medici sul piede di guerra: sono la categoria che pagherà il prezzo più alto


di Andrea Selva


TRENTO. Sarà un sacrificio a “tempo determinato” e soprattutto “quasi dimezzato” quello che la giunta provinciale si prepara a chiedere ai dirigenti. Questo almeno è l’orientamento del governatore Ugo Rossi che - dopo l’incontro dell’altra sera nella sala della Regione - ha dato mandato ai propri uffici di studiare i dettagli dell’operazione prima di incontrare nuovamente le categorie interessate.

I tagli dimezzati

Inizialmente la giunta aveva previsto entrate per quasi 10 milioni di euro derivanti dal taglio del 40 per cento dal premio di risultato alla dirigenza. Ora - dopo le proteste - il preventivo è sceso a circa 6 milioni di euro. Lo sconto andrà a beneficio dei dirigenti appartenenti alle fasce di reddito inferiori. Secondo una prima ipotesi i tagli non dovrebbero riguardare i dirigenti che guadagnano meno di 70 mila euro lordi all’anno. Risulterebbero quindi esclusi i segretari comunali dei Comuni meno popolosi e i dirigenti scolastici. Quindi i tagli al premio di risultato sarebbero calcolati con aliquote differenziate in base al reddito, fino ad arrivare al 40 per cento del premio di risultato per chi guadagna più di 120 mila euro (anche questa soglia deve ancora essere fissata dalla giunta provinciale). E’ evidente che - calcolati in questo modo - i tagli riguarderebbero moltissimi medici, che sono infatti la categoria dirigenziale con le retribuzioni più elevate. E sono anche la categoria più agguerrita.

Un sacrificio a tempo

Il governatore Ugo Rossi l’ha detto chiaramente: «Di fronte a uno scenario non certo positivo, a cui si aggiunge una diminuzione oggettiva delle risorse a disposizione, almeno fino al 2018, dobbiamo porci una logica nuova, con la necessità di interpretare responsabilmente la realtà. Si tratta comunque di una riduzione straordinaria e non definitiva, che sarà calibrata sul reddito». Parliamo quindi di tagli che dovrebbero riferirsi alle retribuzioni del 2015, 2016 e 2017. Il governatore ha chiesto un impegno straordinario da parte di tutti, ricordando che la percezione dell’Autonomia sta mutando, sia a livello nazionale che a livello locale: «L’Autonomia viene vista come qualcosa che cerca di perpetuare i propri privilegi» ha detto.

Categorie spaccate

La prima grande spaccatura è fra i medici (che ritengono di avere una situazione molto diversa rispetto agli altri dirigenti della Provincia) e gli altri dirigenti. Ma anche fra segretari comunale e dirigenti dell’amministrazione provinciale ci sono atteggiamenti diversi. Se non altro perché nella prima categoria ci sono numerosi funzionari che possono contare su redditi paragonabili a quelli di un direttore provinciale (non quindi di un dirigente). «Ci sono segretari di piccoli Comuni che arrivano a 2.200 euro al mese» spiega Giampaolo Mastrogiuseppe (della Funzione pubblica della Cgil). E si tratta proprio dei dirigenti che dovrebbero essere esenti dai tagli secondo i nuovi parametri allo studio degli uffici provinciali.

Le accuse di demagogia

Da parte dei sindacati (tutti) arriva comunque l’accusa di demagogia al presidente Rossi: «Ci sta usando per dare un segnale all’opinione pubblica - accusano i rappresentanti sindacali - ma ha scelto proprio il parametro che riguarda il merito».

Sciopero il 12 dicembre

Mentre i medici hanno annunciato uno sciopero il 10 dicembre (di cui riferiamo a parte) i dipendenti pubblici protesteranno il12 dicembre contro il blocco dei contratti. Ma si tratta di una protesta che riguarda tutti i dipendenti pubblici, anche se in Trentino - accusano i sindacati - vengono adottate misure più severe rispetto al resto d’Italia, ad esempio sul turn over dei dipendenti.













Scuola & Ricerca

In primo piano