Dipendente dell’ateneo muore a 32 anni 

Chiara Lanzingher è stata colpita da un attacco cardiaco. Il ricordo commosso e incredulo dei colleghi dell’università



TRENTO. Chiara Lanzingher, 32 anni, dipendente dell’Università di Trento, si è spenta giovedì, in seguito ad un arresto cardiaco. Il malore fatale si era manifestato nella sua casa, a Vigolo Vattaro, la scorsa settimana. Quel venerdì il saluto ai colleghi; dopo il lavoro un sorriso grande. L’addio a Chiara stamani, i funerali saranno celebrati alle 11 alla chiesa di San Carlo, a Trento sud.

«Siamo sconvolti, non possiamo credere che sia successo così, da un momento all’altro» dice, provata, Elisabetta Endrici. «Chiara era con noi da un anno e mezzo, sezione appalti. Chiara, in università, era arrivata tramite concorso. Prima classificata, nel 2017 aveva conquistato il suo posto all’ufficio gare e appalti» ricorda ancora Endrici, dirigente della Direzione pianificazione, approvvigionamenti e amministrazione dell’Università di Trento dove Chiara era stata assunta. «Sapeva farsi voler bene- prosegue la dirigente faticando ad usare il passato -Era solare, molto preparata, appassionata nel lavoro ma anche nei suoi impegni privati. Amava lo sport, amava la montagna». Pensieri e ricordi si susseguono e si concentrano in queste righe, che i colleghi di Chiara hanno diffuso perchè «anche la famiglia sappia quanto Chiara, per noi, fosse speciale».

«Carissima Chiara, o Chiaretta, come abbiamo saputo in questi giorni che molti ti chiamavano, ci hai stupiti, illuminati con la tua speciale semplicità, intelligenza, sensibilità e professionalità, fin dal primo momento che ti abbiamo conosciuta, ed hai continuato ad essere preziosa, precisa, una fantastica creatura, accanto alla tua mamma, al tuo papà, a tuo fratello, al tuo Fabrizio, a tantissimi tuoi amici... In questi giorni ti stiamo stati vicini, ti abbiamo conosciuta ancora di più, tu eri con noi, tu sei con noi, è un brutto sogno, ci vorremmo svegliare e riabbracciarti. Invece no, una natura ingiusta non ci ha permesso di stare ancora tutti assieme, il tuo ufficio, la tua scrivania, le tue carte, la tua lavagna con i tuo disegni, i tuoi appunti ordinati sono rimasti lì da venerdì. Silvia con gli occhi arrossati in silenzio da giorni si chiede perché, e non solo lei, ci manchi piccola. Ti vogliamo bene, ti vogliamo tanto bene, ti vogliamo sentire vicina, fra di noi, ci stringiamo tutti forte forte forte. Guardaci con il tuo sguardo dolce e curioso, il tuo sorriso vivrà dentro ognuno di noi...Grazie Chiaretta...Un fortissimo abbraccio. Ciao». La firma di questa lettera è di Elisabetta, Silvia, Roberto e di molti altri colleghi. Una scomparsa, quella di Chiara, che ha toccato molti nel cuore, dove la giovane comunque rimarrà, con quel sorriso «difficile da dimenticare». (f.q.)















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