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Di cosa hanno bisogno gli anziani? A Trento sono loro a spiegarlo

I risultati dell’indagine di Spazio Argento. Punti di forza il sistema di risposta ai bisogni, la rete di volontariato, la collaborazione fra i servizi. Le aree di miglioramento: informazione ed accessibilità ai servizi, integrazione socio-sanitaria, intercettazione precoce e prevenzione, personalizzazione del piano di intervento



TRENTO. L’assessora del Comune di Trento Chiara Maule, coadiuvata dalle assistenti sociali, ha illustrato i risultati di un’indagine eseguita per comprendere meglio ed ove possibile migliorare, il welfare anziani del progetto sperimentale Spazio Argento.

Il Progetto è inserito in un ampio disegno di riforma del sistema di welfare anziani, avviato con la legge provinciale in linea con i principi di fondo del Piano sociale del Comune del 2001 e del Piano sociale di comunità del 2014, per migliorare le politiche in favore degli anziani secondo due direttrici: aumentare l’efficacia delle risposte ai bisogni, nonché migliorare l’efficienza dell’utilizzo delle risorse.

Fra gli obiettivi del progetto vi era quello di raccogliere e analizzare i bisogni del territorio, al fine non solo di trovare risposte a quelli non ancora soddisfatti, ma anche di riconoscere necessità nuove ed emergenti, frutto di una società che cambia forma e che vive in costante evoluzione.

Il processo di analisi dei bisogni è stato condotto, con il costante supporto della Fondazione Demarchi, utilizzando due strumenti di indagine: questionari somministrati agli anziani fruitori del servizio di assistenza domiciliare e del servizio pasti a domicilio in convenzione con il Comune, con il duplice scopo di rilevare il grado di soddisfazione del servizio usufruito e far emergere i bisogni della persona anziana.

La conduzione di interviste semi-strutturate rivolte alle associazioni del territorio e ai professionisti che operano in favore degli anziani, con lo scopo di indagare, a partire dal loro osservatorio, i bisogni di tale fascia della popolazione e dei loro caregiver, nonché far emergere i punti di forza e le criticità del sistema di servizi ad oggi presente sul territorio.

Dai 282 questionari raccolti è emerso che l’età media degli intervistati è pari a 83 anni; il 65,7% vive da solo e il 32,7% dispone, oltre ai servizi domiciliari in convenzione con il Comune, di assistenza privata. Il 57,5% degli intervistati non aveva bisogno di aiuto prima di ricevere il servizio e l’81,8% non ha avuto difficoltà nell’attivare i servizi.

Il 92,7% degli anziani che hanno risposto al questionario si è espresso “soddisfatto” o “molto soddisfatto” dei servizi utilizzati.

I bisogni maggiormente percepiti sono risultati essere i contatti con il medico di base e la chiarezza rispetto a dove ricevere informazioni sui servizi.

Dalle 73 interviste semi-strutturate realizzate - 10 rivolte a rappresentanti delle associazioni, 63 a professionisti che operano nei servizi per anziani - invece, è emerso che i bisogni degli anziani rientrano in quattro macro-aree: relazione e socializzazione, cura della persona, informazione e accessibilità ai servizi, supporto ai familiari e caregivers.

È stato poi chiesto agli intervistati quali fossero, a loro avviso, i punti di forza e gli elementi di criticità nell'attuale sistema dei servizi. Fra i primi sono stati maggiormente valorizzati: il sistema di risposta ai bisogni, la presenza di reti di volontariato, la collaborazione fra i servizi.

Le aree di miglioramento, invece, possono invece essere così riassunte: informazione e accessibilità ai servizi, integrazione socio-sanitaria, intercettazione precoce e prevenzione, personalizzazione del piano di intervento.

Nel corso delle interviste, infine, sono emerse alcune considerazioni e riflessioni che possono essere lette quali proposte su cui riflettere in un’ottica di miglioramento del sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone anziane: creare un punto unico informativo a cui gli anziani e le loro famiglie possano rivolgersi e fare riferimento; sperimentare esperienze innovative di convivenza, come ad esempio il co-housing; riflettere su una possibile riorganizzazione del sistema di offerta dei centri diurni (aprire nuove strutture e aumentare l'estensione di apertura dei centri diurni esistenti). C.L.













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