a spini

Detenuto devasta la cella e ferisce quattro agenti

Paura per un carcerato  che si è costruito una mazza di ferro L’uomo era già stato allontanato da Trento e non sarebbe dovuto tornare in città



TRENTO. Un detenuto con problemi psichici che brandisce una mazza di ferro autocostruita. E che, dopo aver demolito (letteralmente) la cella, si è scagliato contro quattro agenti della polizia penitenziaria, ferendoli, prima di essere immobilizzato. Sembra una trama da film horror, con particolari (vedremo poi in stile “Silenzio degli Innocenti”) ma è inece quanto accaduto ieri nella casa circondariale di Spini di Gardolo.

Per qualche oscura ragione, qualche tempo fa è stato fatto tornare in città un detenuto di origine maghrebina che a Trento non ci sarebbe dovuto tornare. Durante la sua passata detenzione, un anno e mezzo fa, aveva tenuto un costante atteggiamento di sfida e di minaccia nei confronti degli operatori che lo aveva reso praticamente intrattabile: era conosciuto per essere un soggetto altamente instabile e si rapportava agli agenti con sputi e offese. Già un anno e mezzo fa aveva picchiato degli operatori, motivo per cui aveva collezionato ben 8 denunce in Procura.

A seguito delle segnalazioni di quello che aveva combinato si era visto trasferire, allungare la pena e, per colmare la misurra, era stato anche sottoposto ad un regime di isolamento molto duro per sei mesi.

Con queste premesse, un detenuto con un simile passato, sarebbe dovuto tornare a Trento? Incredibilmente è successo: non appena è ritornato l’uomo ha subito fatto capire di volersi rivalere sugli agenti di Spini e ieri, intorno a mezzogiorno, il nordafricano ha cominciato a demolire in modo sistematico la propria cella.

Dotato di una forza evidentemente non comune è riuscito a strappare la gamba del tavolo, dopo aver divelto la maniglia della finestra l’ha applicata in cima al pezzo di tavolo, fabbricandosi una rudimentale mazza ferrata. Ah, poi ha staccato il termosifone dal muro.

A quel punto gli operatori (disarmati come prevede la legge) sono entrati nella cella per cercare di evitare altri guai: hanno dovuto affrontare l’energumeno e, prima di riuscire ad immobilizzarlo, quattro di loro hanno riportato ferite e contusioni per cui si sono fatti medicare al Santa Chiara.

Morale: qualche cosa non ha funzionato ed un uomo che non doveva tornare in questo carcere ci è tornato. Ma quando scoppia un’emergenza tornano a fare impressione le cifre che parlano di una popolazione carceraria quasi doppia rispetto alla capienza e di un corpo di polizia penitenziaria cui mancano 80 operatori. Non serve una tragedia per correre ai ripari. (g.t.)













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