la storia

Denis Franceschini, lo chef partito da Borgo alla conquista di New York

Il suo Bar Italia, sulla Madison avenue è diventato il ristorante preferito dei vip della Grande Mela


di Ubaldo Cordellini


NEW YORK. Dove ha voluto festeggiare il numero uno del tennis mondiale Nole Diokovic il suo trionfo agli Us Open contro Roger Federer? Da lui, da Denis Franceschini, al Bar Italia, sulla Madison, all'incrocio con la settantasettesima strada, la avenue più elegante di New York, quella delle boutiques di lusso e dei ristoranti alla moda. Dove vanno a pranzo i magnati più noti della Grande Mela, con la m maiuscola? Da lui, da Denis. Quasi tutti i giorni ci va a mangiare Robert Tischman, uno dei principali immobiliaristi degli Stati Uniti nonché proprietario del Rockfeller center.

Denis Franceschini, il cuoco di Borgo che ha stregato New York con il suo Bar Italia sulla Madison

Anche Nole Diokovic, il numero 1 del tennis mondiale, è un suo cliente affezionato, tanto che quando ha vinto gli Us Open ha voluto festeggiare la vittoria su Roger Federer al Bar Italia di Denis Franceschini, il cuoco borghesano che dopo vent'anni di carriera all'Harry's Bar dei Cipriani si è fatto strada in proprio nella Grande Mela

Una storia di successo quella di Denis, 42 anni, di Borgo Valsugana, o borghesan, come preferisce dire lui. La sua è una storia, o meglio una favola di Natale vera e propria. Ha seguito la sua passione, la cucina, l'ha seguita fino in capo al mondo partendo dalle malghe sopra Borgo e ha conquistato New York. La faccia larga da ragazzo di campagna, la parlata schietta con la voce roca e profonda, Denis ha saputo farsi strada in un settore pieno di difficoltà e adesso il suo ristorante è diventato meta di tutti i big italiani che sbarcano nella Grande Mela, da Roberto Baggio, ad Andrea Pirlo che a New York gioca e vive.

Ci vanno anche star del cinema come Pierce Brosnan, che ha prestato a lungo il suo volto piacente a 007, e Claudia Cardinale. Tutti a mangiare i suoi tagliolini al tartufo o la sua piccata di vitello, ma anche piatti poveri della tradizione italiana come il fegato alla veneziana o la polenta e funghi. E lui dietro i fornelli a spadellare. Quando può esce in sala e si ferma sempre a parlare con i clienti italiani. Se poi arriva un trentino, si ferma, si siede e si informa e poi giù a ricordare i suoi anni in Trentino, la sua vita a Borgo e la sua carriera di giramondo. La storia-favola di Denis, però, parte da lontano e affonda le sue radici in Trentino, terra alla quale è legatissimo e dove vivono ancora i suoi fratelli e le sue sorelle, dopo la perdita dolorosissima prima del padre e poi della madre. Ha imparato i primi rudimenti della cucina alla scuola alberghiera di Levico, poi si è specializzato a Varone.

Ha lavorato per un po' alla Cacciatora, ma poi la passione per la cucina e la voglia di avventura lo hanno portato negli States. Tramite un compaesano che lo aveva preceduto arriva prima all'Harry's Bar di Venezia dei fratelli Cipriani. Ma il ragazzo è bravo e sveglio e ha tanta voglia di crescere. Così sbarca all'Harry's Bar di New York, proprio di fronte al mitico hotel Plaza, quello reso famoso da film come «A piedi nudi nel parco» e «Appartamento al Plaza». Per più di vent'anni Denis è stato cuoco dell'Harry's Bar. I Cipriani si fidavano talmente tanto di lui che gli affidavano l'apertura dei loro nuovi ristoranti in giro per il mondo. E' stato a Buenos Aires, Londra, Porto Cervo, ha aperto una decina di locali nella sola Grande Mela. A New York ha anche trovato moglie, un'americana che andava sempre all'Harry's Bar. Ha due figlie e ci si è stabilito. Poi gli è venuta voglia di fare il grande salto. Così è nata l'avventura del Bar Italia. Che poi un bar non è, ma è un ristorante. Un locale elegante, ma anche semplice. Lui lo dice sempre: «Non voglio un locale per i troppo ricchi. Punto alla qualità. Gran parte delle materie prime arrivano dall'Italia e io cerco una cucina semplice e raffinata. Da me vengono persone del business e dello spettacolo, ma voglio che si fermino anche le persone normali, quelle semplici». E lui semplice e genuino lo è veramente. Un borghesano che ha conquistato la Grande Mela e che si ricorda sempre da dove è venuto, con la sua risata franca e sincera e il suo abbraccio caldo e fraterno, si ricorda sempre del suo Trentino.













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