Dellai agli agricoltori"La Provincia non è un bancomat"


Ubaldo Cordellini


TRENTO. «La Provincia non è un bancomat». Il presidente Lorenzo Dellai scandisce le parole quando si rivolge al mondo dell’agricoltura. Non gli sono piaciute le richieste di aiuto indiscrimanto provenienti dai vignaioli e da alcuni soci del caseificio di Fiavè. Il messaggio è chiaro: non è più tempo di finanziamenti a pioggia senza che vi sia un progetto di sviluppo.
 Dellai è intervenuto a margine della tradizionale conferenza stampa del venerdì, dopo la seduta della giunta provinciale. In questi giorni si sono levate da più parti le richieste di interventi della Provincia sia nel settore vitivinicolo che in quello caseario. I vignaioli trentini nella loro assemblea hanno espresso insoddisfazione per i finanziamenti pubblici. Pochi giorni dopo, i soci dissidenti del caseificio di Fiavè hanno chiesto che la Provincia colmi la differenza di remunerazione con Latte Trento. Secondo i loro calcoli, si tratterebbe di 4 milioni di euro. L’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini aveva già risposto picche in entrambe le occasioni. Ieri Dellai ha rincarato la dose: «La Provincia non è un bancomat. Abbiamo strumenti finanziari per sostenere il settore del vino come è già successo per quello del latte, ma possiamo intervenire solo a fronte di progetti di razionalizzazione, riorganizzazione e qualificazione delle aziende. I finanziamenti servono per gli investimenti».
 Il messaggio è chiaro: niente soldi a pioggia, ma solo finanziamenti mirati a chi si dà da fare e investe. E’ finita l’epoca dei contributi a fondo perduto. Mellarini, poi, aggiunge: «Io ai soci dissidenti di Fiavè l’ho spiegato. Abbiamo trovato le risorse, ma solo per sostenere gli investimenti. Il caseificio ha bisogno di macchinari nuovi e noi siamo pronti a intervenire, ma non possiamo dare contributi a fondo perduto solo per abbattere la differenza di remunerazione che c’è con Latte Trento. Sarebbe illegale. I soldi devono servire per crescere, investire e sviluppare il settore, non per restare così».













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