giovani protagonisti

Daniele Paoli, dottore in economia e felicemente agricoltore

Campodenno. La famiglia contadina e la possibilità di entrare in azienda fin da bambino ha fatto crescere in lui la passione per questo lavoro: "Tanto stress ma la passione vince"


Carlo Bridi


CAMPODENNO. Oggi scriviamo di un imprenditore agricolo trentanovenne che mette la propria capacità imprenditoriale e la sua alta formazione sia al servizio della propria azienda che della sua comunità. Parliamo di Daniele Paoli, di Campodenno, che dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita all’università di Trento, non ha avuto dubbi sul fatto di inserirsi subito nell’azienda di famiglia.

Ma pur con una laurea in materia economica non aveva i requisiti per l’ottenimento del premio d’insediamento: per questo con molta umiltà ha frequentato il corso delle 600 ore organizzato dalla FEM. Con il premio d’insediamento ha provveduto all’acquisto di un nuovo frutteto nel comune di Campodenno. Ora l’azienda è collocata su tre comuni: Campodenno, Flavon e Cortina all’Adige, dove la moglie altoatesina possiede un vigneto che Daniele coltiva direttamente vendendo poi l’uva a una cantina privata. Alla domanda del perché la scelta di tornare in azienda appena terminati gli studi, il dottor Paoli risponde che la provenienza da una famiglia contadina e la possibilità di entrare in azienda fin da bambino gli ha fatto crescere una grande passione per l’attività agricola a differenza di suo fratello che dopo una laurea come lui ha scelto un’altra strada.

Oggi l’azienda ha una superficie superiore alla media delle aziende in Valle di Non, 9 ettari in proprietà fra suoi e del papà; ma quest’anno lavora anche un ettaro di terzi con prestazione di mano d’opera. In azienda oltre a lui e a papà Maurizio, lavora un operaio fisso per 10 mesi all’anno, più il personale straordinario per il periodo del raccolto. La produzione media ettaro è di circa 500 quintali. Nel corso degli ultimi vent’anni l’azienda ha subito una forte trasformazione sul fronte varietale: a fianco della Golden Delicious che rappresenta il 40% della produzione, 1,3 ettari sono coltivati a Fuji, per il resto tutte le varietà Club che sono indicate da Melinda. Poi un po’ di Renetta Canada e una parte di Evelina. E quali sono i progetti futuri? Paoli risponde che essendo la sua azienda completamente rinnovata da poco e avendo un’ampia superficie non ritiene di ampliarla ulteriormente. «Anche perché siamo in un momento assai complesso. Potremo provvedere a qualche rinnovo man mano che si presenterà la necessità. A questo punto credo di aver realizzato anche i miei sogni che avevo da giovane, ma mi rimane forte un desiderio: potenziare il Consorzio del Lovernatico, un consorzio di secondo grado nel campo dell’irrigazione».

Chiediamo a Daniele se dopo molti anni è pentito della scelta di fare l’imprenditore agricolo. Articolata la risposta: «Vi sono dei momenti nei quali il lavoro è molto stressante, lo ammetto. Ma questi momenti vengono superati grazie alla passione e all’impegno che metto nel lavoro, quindi non sono pentito».

È noto come in particolare in Valle di Non vi sia una forte azione di contestazione dell’attività svolta dai frutticoltori con i trattamenti: a Daniele chiediamo qual è il suo approccio con l’ambiente. «Credo che il nostro impegno per la tutela dell’ambiente sia molto forte, ma sia sottovalutato dal mondo che ci circonda. Come contadini probabilmente non siamo in grado di trasmettere con la necessaria puntualità il nostro impegno su questo fronte, forse non siamo in grado di farci capire, dovremo riflettere sul tema. Il numero di trattamenti è il più basso possibile e anche i prodotti usati sono sempre meno impattanti per l’ambiente». E Paoli ha mai pensato alla trasformazione in azienda biologica? «Sì, ci ho pensato in passato ma visto come sono messi i nostri appezzamenti c’è il grosso problema della deriva. Bisognerebbe riuscire a fare un Distretto biologico come quello realizzato a Priò, io sarei disponibile a mettermi in campo, anche se registriamo un calo nella domanda dei prodotti biologici piuttosto preoccupante». E dal punto di vista tecnico economico come vanno le cose? «Siamo in presenza di una produzione fino ad oggi molto bella, anche se l’estate è ancora lunga, Tutta la nostra produzione è sotto rete ma nonostante ciò è tutta assicurata».

Paoli è molto impegnato nel sociale come presidente C.M.F. di Campodenno, vice di quello di II grado del Lovernatico, consigliere dell’A.C.T. e di recente socio UCID. È sposato con Nicole che fa l’insegnante a Ora. Campodenno è uno dei comuni con il maggior numero di imprenditori sotto i 40 anni, sono una ventina.

 













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