Dall’inizio della stagione già mille feriti sulle piste

Sono aumentati i traumi violenti. Il primario del Pronto Soccorso del Santa Chiara Ramponi spiega che gli infortunati sono soprattutto maschi


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Come ogni anno questo è il periodo caldo per l'attività dei servizi di pronto soccorso, a Trento e soprattutto nelle valli trentine, per la concomitanza di piste da sci affollate e conseguenti incidenti e della minore presenza della medicina di base, che produce maggiori accessi generici all'ospedale.

Sono quasi mille ad oggi, a partire dal 22 dicembre, i pazienti accettati in tutti gli ospedali trentini per incidenti legati alla pratica della sci (erano 903 in totale fino al 31, se aggiungiamo questi due giorni di attività, dunque, si arriva ai mille). Al solo Santa Chiara, del resto, il 31 dicembre si sono registrati complessivamente ben 340 pazienti sottoposti a triage presso il Pronto Soccorso, non pochi dei quali provenienti dalle piste. «Ad essere investiti dal flusso di incidentati - spiega Claudio Ramponi, direttore del Dipartimento di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso dell'Ospedale Santa Chiara - sono soprattutto gli ospedali di Cavalese, dove i colleghi ortopedici stanno svolgendo un ottimo lavoro, poi quello di Cles e quindi quello di Trento (dove arrivano i politraumatizzati in elicottero)».

I numeri registrati dai vari punti di accesso nelle valli sono circa quelli degli scorsi anni, quello che cambia è l'aumento dell'incidenza dei traumi gravi e violenti, come ad esempio di fratture della milza, un caso che si è verificato proprio in questi giorni. Dei mille pazienti giunti in ospedale 51 sono poi stati ricoverati. Negli ultimi giorni ci sono stati due ricoveri per traumi gravi, che hanno interessato tra l'altro pazienti molto giovani, nella fascia di età fra i 14 e i 24 anni. «La velocità in questi casi è determinante, molto spesso», ricorda Ramponi. Negli ultimi giorni si è registrato anche un tragico incidente, sull’Alpe del Cermis, con la morte di Alexander Cossalter, sciatore esperto che è stato tradito da una lastra di ghiaccio.

In generale l'età media dei pazienti in accettazione per incidenti da sci è bassa, pari a 34,1 anni. Sono soprattutto maschi gli incidentati (su 903 totali, ben 593 sono pazienti di sesso maschile).

«Il 50/60% delle lesioni sono contusioni e distorsioni, soprattutto al ginocchio, – precisa il direttore Ramponi - Seguono le fratture, soprattutto al ginocchio, al radio e al polso». Ad assistere tutti questi pazienti si contano, al Pronto Soccorso del Santa Chiara, nel turno diurno 10 infermieri e 4 medici, in quello notturno 2 medici e 7 infermieri.

«Il collo di bottiglia – spiega Ramponi – dipende sempre dalla necessità di radiografie o gessature. Anche aumentando i soli medici in pronto soccorso non cambierebbe nulla, quindi. Semmai in questi periodi di picco per la traumatologia sarebbe utile poter ridurre gli accessi generici, legati alla riduzione del servizio di medicina di base».

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