pinè 

Da Parigi a Londra in bicicletta 

Il racconto di Sara Cristelli: «Percorso faticoso ma affascinante»


di Giannamaria Sanna


PINÉ. Sempre più persone preferiscono visitare, soprattutto d’estate, città e Paesi diversi praticando l’eco-turismo, scegliendo di trascorrere le vacanze nel rispetto dell’ambiente e godendo nello scoprire posti e cittadine poco toccate dal turismo di massa.

Due giovani ragazze, Sara Cristelli, nata a Miola e oggi residente a Pergine, e Delia Belloni bresciana appassionate delle due ruote, non nuove ai ciclo-viaggi, sono ritornate, da poco tempo, da una piacevole esperienza sulla ciclabile Avenue-verte.

Cinque giorni, pedalando in bicicletta, da Parigi a Londra, toccando Cergy, Gournay en Bray, Dieppe, Newhaven raggiunta in traghetto, Crawley, Londra. Partite da Parigi, sulla ciclabile che unisce Parigi a Londra costruita in occasione delle Olimpiadi del 2012, hanno proceduto per tappe, guadagnandosi ogni chilometro, godendo delle diversità di paesaggi campestri, ammirando i piccoli paesi che ogni giorno si succedevano, nel loro tragitto, alle grandi città. «La bicicletta, dicono le atlete, è il loro mezzo perfetto per gustare il paesaggio perché è lento al punto giusto e perché ci permette delle soste e delle fermate per apprezzare i piccoli e grandi scorci che incontriamo nel nostro viaggio».

«Molte le cose che ci hanno colpito in questa pedalata, veramente impegnativa dal punto di vista fisico, perché abbiamo incontrato diversi dislivelli da scalare e poca pianura ma affascinante per i magnifici paesaggi. Le infinite distese di campi coltivati a granoturco, nel nord della Francia – stile pubblicità televisiva, ci hanno veramente incantato, non finivano più. Altrettanto piacevoli le verdi distese di prati, boschi e foreste dell’Inghilterra, che hanno preso il loro posto. Abbiamo, anche, provato l’ebbrezza della guida a sinistra, inusuale per noi, che soprattutto al momento di imboccare le rotatorie ci dava l’impressione di essere contromano». È difficile trasmettere le sensazioni che le nostre avventurose viaggiatrici hanno ricevuto da un laghetto, che scorgevano ai bordi della strada, che trasmetteva frescura e voglia di attraversarlo a nuoto, dopo una giornata percorsa sotto un sole splendido ma che scaldava le loro spalle. O delle montagne dove si rifletteva l’ultimo raggio di sole e sembrava di essere tornate a casa, delle locande che ti accolgono per il pasto della cena o dei piccoli bed and breakfast che le hanno ristorate nel corso delle notti, durante le loro soste serali. «Una bellissima avventura, conclude Sara, dove i nostri mezzi, preparati con ogni cura, non ci hanno mai lasciate a piedi; non abbiamo mai forato e, fortunate noi, non siamo mai state sfiorate dalla pioggia. Il percorso è ricco di sali e scendi, con dislivelli di oltre quattrocento metri, ma le immagini che ci hanno accompagnate sono talmente speciali che, con un buon allenamento, sarebbe da consigliare a tutti».













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