Croce Rossa in cerca di una nuova sede

Spadaro: «Ai nostri 151 volontari serve un luogo adeguato per gli incontri». Nel 2013 ben 23.000 le ore totali di servizio


di Roberto Gerola


PERGINE. Il Gruppo volontari Cri di Pergine si prepara a celebrare i 35 anni di attività mettendosi alle spalle altre 23.000 ore di attività: ovvero come fossero 2 anni e 7 mesi di impegno costante e continuo suddiviso tra 151 volontari e quindi 152 ore e mezza a testa che per la statistica sono 6 giorni filati sottratti alla famiglia, al rapporto con gli amici, al tempo libero. Ce ne parla Claudio Spadaro, al vertice da sette anni e che ora ha l’incarico di “referente territoriale” così è definito il suo ruolo all’interno della Cri, l’ente pubblico che per legge sta pian piano trasformandosi in ente privato (almeno per la parte operativa). Con lui, Rudy Dorigoni responsabile del settore “protezione civile”.

«Si tratta di un impegno a tutto campo - ci dice Spadaro - che può essere suddiviso secondo il tipo di azione svolta, tenendo conto che la base comune è la solidarietà nei confronti delle fasce più deboli, di persone in stato di necessità». Ma c’è una nota dolente: «Ci manca una sede per la nostra attività. Gli incontri sono quotidiani fra di noi, con i giovani, ma non abbiamo un luogo adeguato».

Circa 10.000 ore rappresenta l’impegno nell’uso delle ambulanze come 118 e comunque trasferimenti di persone. Il servizio è svolto nelle giornate di sabato e domenica (24 ore su 24) e per tre sere in settimana: dalle 21 alle 24 nelle giornate di martedì, mercoledì e venerdì. Tra i compiti anche i viaggi programmati per persone non autonome. L’azione “in proprio” riguarda anche l’assistenza - presenza a manifestazioni sportive per 1.200 ore. Ma la fetta più consistente (7.000 ore) riguarda il settore della formazione con preparazione, corsi, esercitazioni nell’ambito della Protezione civile, e allora il campo si allarga perché i volontari Cri si trovano a dover agire insieme a vigili del fuoco, nucleo volontari alpini, soccorso alpino e via dicendo. Gli aggiornamenti portano via altre 1.600 ore. Mentre sono altre 1.200 le ore per l’attività socio-assistenziale in genere. In questo campo, l’impegno dei volontari è molto articolato, ma comunque sempre diretto alla persona. Per esempio notti impiegati nelle strutture destinate all’emergenza freddo. “Solo a Trento” specifica Spadaro. Poi la presenza nella casa di riposo e al Circolo anziani e pensionati e in genere alle iniziative-manifestazioni proposte dalla parrocchia. Li abbiamo visti ad esempio, alla Giornata dei migranti e dei rifugiati, svoltasi in gennaio a Pergine. L’attività giovanile è un altro settore dove l’impegno è costante. Ad occuparsene è ora Francesca Paris, giovane tra giovanissimi (come gli alunni e gli studenti), ma anche al campo estivo dedicato ai giovani. Con lei una dozzina di ragazzi che dopo uno specifico corso operano specialmente nelle scuole impegnandosi nella divulgazione dei principi alla base della Cri, del suo ruolo, della sua storia, della sua azione umanitaria; ma ci sono anche ore trascorse in casa di riposo a fianco degli anziani. «E’ opportuno- dice Spadaro - che i giovani si accostino agli anziani che si sentano coinvolti nell’assisterli e aiutarli e far loro compagnia».

«La festa del 35° sarà semplice - dice Spadaro - anche se celebrativa. Sarà un ulteriore momento per farci conoscere».













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