Coop del Chiese, 6 in cassa integrazione

È la prima volta che la Federazione ricorre al provvedimento, dettato dalle difficoltà per le perdite di Storo


di Aldo Pasquazzo


VALLE DEL CHIESE. La crisi economica si fa sentire anche da queste parti, tanto che sta toccando non solo l’industria, ma per la prima volta anche punti vendita alimentari. Adesso a risentire del fenomeno è anche la maggiore catena alimentare di valle, vale a dire Coop Valle del Chiese, che da settembre ha introdotto per 5 – 6 dipendenti, su 50, una turnazione settimanale di cassa integrazione che dovrebbe protrarsi sino a novembre o fine anno. L’intervento riguarda per lo più persone vicine all’età pensionabile.

Finora il ricorso alla cassa integrazione aveva riguardato aziende a dimensioni più o meno grandi. Alcune di queste sono tuttora in evidente difficoltà, qualcun'altra è in ritardo con i salari e altre ancora rischiano di andare molto peggio. Afferma il direttore della stessa coop Valle del Chiese Davide Gelmini:«L’attuale situazione economica pesa e penso che per tutto il 2013 – almeno per quanto ci riguarda – non sembra destinata a migliorare». Gelmini evidenzia che «rispetto ad un anno fa c’è stato un calo vendite di quasi un 5 % nei maggiori punti vendita (Storo, Condino e Pieve di Bono) mentre Dico & Discount non solo tengono ma fanno registrare un aumento di oltre il 10 - 15 % dato è destinato a crescere ulteriormente». A Dico & Discount, situati nel nuovo polo di Cà Rossa, è un continuo viavai di gente. La Famiglia cooperativa Valle del Chiese da meno di un anno ha come presidente il dottor Michele Pernisi. Il bancario di Condino e Cimego è espressione del mondo cooperativo. Lo erano anche i suoi nonni e genitori. Commenta: «L’importante è essere e non apparire». E aggiunge: «La nostra Famiglia cooperativa sta andando bene perché il fatturato complessivo tiene, nonostante la difficile congiuntura, e se la fiducia la misuriamo a quantità, o a "carrelli", come mi piace spesso dire, essa è in aumento grazie al contributo del discount Dico, dove i prezzi sono mediamente più bassi del 15% rispetto ai supermercati. L'impegno della Cooperativa nel fornire questo servizio si è rivelato particolarmente opportuno in conseguenza delle nuove esigenze delle nostre famiglie conseguenti alla crisi. Gli importanti investimenti effettuati negli ultimi anni, tesi a modernizzare la quasi totalità dei nostri punti vendita oltre che a realizzarne di nuovi, incidono come previsto sul conto economico sotto forma di ammortamenti e di oneri finanziari».

Presidente Pernisi, vi considerate in linea con le aspettative? «Lo siamo con quanto previsto dal piano pluriennale di riequilibrio stabilito dal Cda, che prevede il pareggio di bilancio in un triennio. Gli ammortizzatori sociali che sono a disposizione anche del commercio sono stati visti come un'opportunità da utilizzare anche perché sono venute meno alcuni pensionamenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano