Convertino di Lodrone, 143mila euro per i progetti

Storo, il Comune affida a tre professionisti i lavori preparatori al restauro L’edificio del 1500 ospitò chierici, fu palazzo signorile e caserma austriaca


di Stefano Poletti


STORO. Comportano la spesa di 143.179 euro i tre incarichi che l’ufficio ragioneria e lavori pubblici del Comune di Storo ha affidato a tre tecnici per la ristrutturazione del Conventino di Lodrone: 51.239 euro all’architetto Roberto Paoli dello studio Nexus per la progettazione architettonica con direzione lavori; 53.035 all’ingegnere Daniela Cortella per stendere il progetto della parte strutturale; 38.905 al geometra Davide Zanetti come coordinatore della sicurezza.

L’edificio del Conventino si presenta in condizioni dimesse e trascurate. Sorge alla periferia sud di Lodrone, presso il palazzo del Caffaro, a due passi dal confine provinciale con Brescia, dal 1859 al 1915 confine di stato tra Italia e Austria. A partire dalla metà del Cinquecento ospitò un seminario per chierici e un orfanatrofio.

Il passante che oggi scende in “Italia” - come qualcuno qui dice ancora oggi - non coglie più immediatamente l’ingresso originario della storica struttura, perché la sua fronte antica non si affacciava sul percorso odierno della statale. Fino alla seconda metà dell’Ottocento la strada - come il ponte - correva più ad ovest rispetto alla posizione attuale e da essa si aveva accesso al collegio, che ora gira le spalle alla nazionale.

È addossato al campanile in granito, orfano di campane, della chiesa sconsacrata di Santa Croce, oggi sala polifunzionale, una volta cappella del palazzo dei nobili (i quali vi accedevano attraverso una galleria aerea ancora esistente). La chiesetta serviva anche i chierici e insegnanti ospitati nel seminario che prese poi il nome di Conventino.

L’ambiente interno è suggestivo. C’è un piccolo chiostro con pilastri in granito con un doppio loggiato, sul quale si aprono alcune stanzette che in origine erano le celle dei seminaristi.

Il seminario fu aperto nel 1561 dal conte Sigismondo Lodron che lo destinò dodici giovani chierici della sua contea affidandolo ai Padri Somaschi. Il conte anticipò di due anni la decisione del concilio di Trento che istituì i seminari diocesani per la formazione del clero il 15 luglio 1563. Nel 1595 il figlio di Sigismondo trasferì il collegio a Salò. Mantenne a Lodrone un orfanotrofio, gestito anch’esso dai Somaschi, che annualmente accoglieva una ventina di ospiti sotto i quattordici anni tra i quali ogni autunno se ne sceglievano sei da avviare al seminario gardesano.













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