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Contributi per l’affitto arriva il giro di vite

Con le nuove norme che entrano in vigore l’anno prossimo non si potranno avere gli aiuti per più di due anni di seguito. L’anno scorso spesi 6,5 milioni



TRENTO. Rivoluzione in vista per il contributo integrativo al canone di locazione dato dalla Provincia alle famiglie meno abbienti. Si tratta dell’aiuto che l’ente pubblico concede ai nuclei familiari con un indice Icef inferiore a 0,21 che non hanno ottenuto una casa Itea. Il contributo massimo può essere di 300 euro al mese e comunque non può superare il 50 per cento del canone effettivamente pagato sul mercato privato. Quindi se una famiglia paga 500 euro di affitto, riceverà 250 euro al mese.

Si tratta di un aiuto che viene concesso a 2 mila famiglie ogni anno per un totale di 6 milioni e mezzo di euro. Una somma in contrazione, considerando che nel 2013 in totale la Provincia spendeva 9 milioni di euro all’anno. Ma comunque un aiuto importante per chi non può prendere una casa in affitto sul mercato libero. Ma proprio in considerazione dell’importanza di questo genere di contributo la Provincia ha deciso di adottare una nuovo regolamento che permette l’accesso a questo aiuto a un numero più ampio di famiglie. Fino a quest’anno, la graduatoria era composta da circa 5 mila e 700 famiglie e il contributo era destinato sempre alle prime 2 mila. In questo modo, però, bastavano pochi punti e una famiglia restava per sempre fuori dalla possibilità di avere il contributo. Per questo la giunta provinciale e l’assessore Daldoss hanno approvato il nuovo regolamento in materia.

Secondo le nuove norme, non si potranno ottenere contributi per più di due anni consecutivi. Chi ottiene l’aiuto pubblico per pagare l’affitto per due anni dovrà essere sospeso per un anno e poi potrà ripresentare la domanda di contributo. A spiegare la ratio della norma è proprio Daldoss: «L’obiettivo è quello di portare equità. Con l’attuale sistema accadeva che la seconda metà della graduatoria non prendeva mai il contributo mentre i l’aiuto andava sempre ai soliti.

Con questa novità abbiamo deciso di rimescolare le carte e fare in modo che l’aiuto pubblico vada a più famiglie nel corso degli anni. Attualmente in graduatoria ci sono 5.700 famiglie e i contributi vanno alle prime 2 mila. Nel 2015 abbiamo speso 6 milioni 500 mila euro, ma nel 2013 eravamo arrivati a un massimo di 9 milioni di euro e a quei tempi le famiglie in graduatoria erano 6.400. Abbiamo osservato che il vecchio regolamento poteva portare a delle iniquità. Così abbiamo deciso introdurre questa novità».

Daldoss spiega che ogni anno, oltre alle 2 mila famiglie che ricevono il contributo integrativo al canone di locazione, l’Itea assegna 500 alloggi, mentre fino a poco tempo fa questa cifra era molto inferiore: «L’incremento è dovuto al fatto che abbiamo adottato il buon senso nei lavori di ripristino. Prima si spendevano in media 23 mila euro per ripristinare un appartamento che veniva lasciato libero prima della riassegnazione.

Adesso spendiamo in media 7 mila euro. Si fanno i lavori da buon padre di famiglia. In altre parole, se c’è un water leggermente danneggiato si sostituisce quello e non viene rifatto tutto il bagno. Questo permette anche una maggiore celerità. Adesso così riusciamo a dare una risposta a 2.500 famiglie che hanno il problema della casa. A 2 mila diamo il contributo per l’affitto, mentre a 500 diamo la casa Itea. Mi sembra un ottimo risultato ottenuto semplicemente usando il buon senso».(u.c.)













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