Rsa

Conti in rosso per il Covid, ma nessuna stangata sulle rette 

Definite le quote giornaliere per il 2021 nelle Apsp del Trentino che aderiscono a Upipa. La Provincia coprirà il disavanzo del 2020 provocato dall’epidemia, per il futuro si confida nella copertura vaccinale


Andrea Selva


TRENTO. I conti delle Rsa trentine hanno subito pesantemente l’effetto dell’epidemia, ma nel 2021 non ci saranno comunque pesanti conseguenze sulle rette alberghiere per gli anziani ospiti, a carico delle famiglie. Questo emerge dalle tariffe giornaliere che le case di riposo trentine aderenti a upipa (la maggioranza) hanno definito, sulla base dei criteri indicati in dicembre dalla giunta provinciale.

Le rette variano dai 43 euro (la retta minima) indicate dalla Rsa Rosa dei Venti di Borgo Chiese (dove quest’anno c’è stato un aumento di 50 centesimi rispetto all’anno scorso), fino ai 51,5 euro che sono stati stabiliti dalla civica casa di riposo di trento. in totale sono solo una dozzina le case di riposo aderenti a upipa che hanno deciso di ritoccare le loro tariffe verso l’alto.

E tutte - come previsto dalle normative provinciali - avevano rette inferiori ai 47,95 euro giornalieri che vengono considerati il massimo praticabile. gli aumenti variano da 22 centesimi giornalieri (è il caso delle Rsa di Bleggio, Brentonico e Mori) fino ai 2 euro della Rsa Suor Agnese di castello tesino, un aumento pesante, dove però va considerato che le rette erano “congelate” dal 2016 e l’istituto aveva fatto quadrare i conti in questo periodo attingendo al proprio patrimonio.

Per quanto riguarda le case di riposo che hanno una retta superiore rispetto al massimo provinciale, va specificato che si tratta di rsa che avevano già rette superiori al massimo e hanno comunque ottenuto il via libera dalla provincia a mantenere le rette già stabilite con l’obbligo di non aumentarle ulteriormente. si tratta di sei rsa: la Civica di Trento, la Apsp Margherita Grazioli di Povo, la Apsp Vannetti di Rovereto, la Beato de Tschiderer di Trento, la Città di Riva di Riva del Garda e la Levico Curae di Levico.

I conti del 2021

Nel 2020 la gestione delle case di riposo di Upipa ha registrato una perdita (rispetto alle previsioni iniziali) di circa 15 milioni di euro, dovuta sostanzialmente ai posti rimasti vuoti a causa del Covid (per lungo tempo non sono stati possibili nuovi inserimenti) ma anche alle maggiori spese per il personale, per le dotazioni di sicurezza e per la nuova organizzazione necessaria durante l’emergenza.

A questo disavanzo provvederanno le casse provinciali, nella speranza che non sia necessario un intervento altrettanto massiccio nel 2021.

Una speranza fondata sulla nuova organizzazione delle Rsa in questa seconda parte dell’epidemia ma soprattutto sulla campagna vaccinale che sta procedendo a ritmo serrato nei confronti degli ospiti (in varie case di riposo è già stata raggiunta una copertura del 90 per cento) e del personale.

L’obiettivo - secondo i vertici di Upipa - è quello di arrivare a una copertura totale del 60-70 per cento entro febbraio: una situazione che - all’interno di ambienti ridotti e chiusi all’esterno - dovrebbe garantire una sorta di immunità di gregge.

 













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