I partiti

Congresso Upt, è sfida Dellai-Mellarini

L’assessore provinciale mister preferenze contro l’ex governatore. In gioco la linea politica del partito e l’assetto della coalizione


di Chiara Bert


TRENTO. Dimenticate Levico 2012 (Fontana-Angeli) e Vezzano 2014 (Conzatti-Buratti). Quello del 23 gennaio 2016 per l’Upt sarà un congresso vero per decidere la leadership del partito. In campo ci sono due pesi massimi, l’ex governatore Lorenzo Dellai, il padre fondatore della Margherita e poi dell’Unione, presidente della Provincia per quasi 15 anni, e l’assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini, recordman di preferenze dell’Unione con un pacchetto di 6679 voti personali conquistati alle provinciali 2013.

Una sfida del tutto imprevista, dopo l’accelerazione degli ultimi giorni quando Dellai, sollecitato da una parte della base, ha deciso di candidarsi e di riprendere in mano le redini del partito che ha fondato. Una mossa che ha spiazzato gran parte dell’Upt, finendo per saldare ancor più il gruppo provinciale e la segreteria uscente, che avevano proposto il consigliere Mario Tonina come nome di mediazione. Dellai ha detto no. E di fronte all’ultimo tentativo del capogruppo Gianpiero Passamani di trovare una mediazione, ha detto no anche al nome di Mauro Gilmozzi, l’assessore storicamente a lui più vicino. A quel punto le strade si sono irrimediabilmente divise. L’ex governatore ha depositato la sua candidatura. Per convincere Mellarini è servito un lungo pressing. «Non me la sento», ha ripetuto ai colleghi di gruppo. Poi il ripensamento, in extremis. Il «piano B», per il gruppo, sarebbe stato Gilmozzi. Ma la segretaria uscente Donatella Conzatti aveva già pronta la propria tesi congressuale da presentare.

Sarà sfida vera perché il leder fondatore, che ha sempre vinto le elezioni ma dopo Comano ’98 ha invece perso due congressi, questa volta ci mette la faccia e ha contro di sè una parte consistente del partito. Quanto ampia lo si capirà da qui al congresso, ma tanti big sono già schierati: tutto il gruppo provinciale (Gilmozzi, Passamani, Pietro Degodenz, Tonina), la segretaria uscente, tanti esponenti della città (Salvatore Panetta, Massimo Ducati, Paolo Castelli) stanno con Mellarini. Comincia la caccia alle tessere per garantirsi il numero maggiore di sostenitori al congresso.

In gioco c’è la linea politica dell’Upt e il futuro assetto del centrosinistra autonomista anche in vista delle elezioni del 2018, quando si decideranno la leadership della coalizione provinciale, oggi del Patt con Ugo Rossi, e le candidature per Roma. Evidenti le diverse impostazioni delle due tesi congressuali. Per Dellai «va rafforzata l’asse del centrosinistra alleato con il Patt» e «l’Upt è interessata a «un’alleanza con il Pd le cui modalità saranno definite in base alle regole elettorali al momento del voto». Mellarini propone invece «un’Upt equidistante da Patt e Pd» che «non vuole farsi assorbire da un listone Renzi nazionale», che guarda all’area moderata, alle liste civiche e al Partito popolare europeo. Il 23 gennaio 2016 saranno gli iscritti a decidere la direzione di marcia dell’Unione per il Trentino.













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