Comunità di valle, scoppia il caso Rovereto

Il sindaco: così non si possono trasferire i servizi alla Comunità di valle



ROVERETO. Se non è un braccio di ferro, poco ci manca. Se è esagerato ipotizzare una "crisi" nei rapporti istituzionali fra Comune e Provincia, non è fuori luogo parlare di "insofferenza" di Palazzo Podestà per il richiamo del presidente della Provincia Dellai a Rovereto affinché trasferisca, senza tanti tentennamenti, le competenze alla Comunità di valle.

«Non voglio difendere il campanile, ma non sarò io il sindaco che dimezza il Comune» ribatte Miorandi. Il richiamo del governatore all'amministrazione comunale è arrivato lo scorso fine settimana alla "grigliata d'estate" dell'Upt al bosco della città.

Al tavolo di Dellai c'erano i vertici dell'Upt roveretano, parecchi amministratori comunali e il presidente della Comunità Stefano Bisoffi. E il discorso non poteva non cadere sull'impasse nei rapporti tra municipio e Comunità.

In ballo, il trasferimento delle competenze: quelle dei servizi socio assistenziali (obbligatorie) in primo luogo, ma poi anche la polizia locale, gli asili nido e le scuole materne (in base a protocolli d'intesa). Cedere i servizi tout court significherebbe dimezzare il Comune: 48 dipendenti dei servizi sociali, 68 per la polizia locale, 135 per asili e scuole materne. In totale 251 su una pianta organica totale del Comune di 493 dipendenti. In termini di bilancio si tratta di una trentina di milioni, metà della spesa corrente. E c'è una scadenza da rispettare: quella del 31 dicembre. Pena, così è stato riportato nel decreto, il commissariamento del Comune di Rovereto. L'argomento tiene banco e sarà oggetto di un vertice di maggioranza.

Sindaco, siamo alle solite? Rovereto contro Trento cui si aggiunge la Comunità di valle?
No, non si può liquidare l'argomento in questi termini. Mi dispiace ma non si analizza con la dovuta cautela la problematica. Non dobbiamo considerare Rovereto come uno dei 17 Comuni della Vallagarina, perché non è così. Non si tratta di una difesa del campanile o di una logica di prevaricazione: questa è una questione di rapporti tra la città e il territorio. Rovereto è un centro di erogazione dei servizi, la città ha avuto e avrà un ruolo di leadership per lo sviluppo economico e sociale della Comunità. Ma così come stanno le cose e come vengono prospettate dalla riforma istituzionale non mi sembra ci siano le condizioni...

Rovereto avrebbe fatto meglio, a questo punto, starsene fuori dalla Comunità, come ha fatto Trento? Sarebbe da cambiare la legge, oppure è troppo tardi visto che l'amministrazione Maffei aveva nel 2004 dato l'assenso alla Comunità della Vallagarina?
Non sono qui per cambiare la legge (lo ha detto anche Dellai ndr), anzi è una sfida rimanere ma in modo adueguato con un riconoscimento pratico di Rovereto all'interno della Comunità.

In che senso?

Deve esserci la disponibilità di tutti, Provincia e Comunità, a creare un modello più virtuoso per salvaguardare gli equilibri di governance tra città e Comunità. No alla semplificazione con il trasferimento di risorse e persone alla Comunità: deve esserci una terza via. C'è la necessità di capire come governare insieme risorse economiche e finanziarie ed erogazione di servizi: è necessario capire quanto è conveniente a tutti, e ripeto a tutti, trasferirli o mantenerli in capo al Comune. Non voglio passare come il sindaco che cede i servizi tout court, che dimezza il Comune.

Con il trasferimento c'è il timore di uno scadimento dei servizi socio assistenziali?

No, do per scontato che la qualità sia mantenuta se non incrementata. Ma la città vuole ancora essere protagonista di una governance dei servizi, della pianificazione e gestione economica finanziaria. La Comunità di valle deve farsi carico delle problematiche della città perché la città eroga servizi a tutto il territorio.

Insomma, c'è da cambiare la legge...

L'impianto istituzionale deve rimanere, ma eventualmente la legge potrà essere cambiata se sarà il territorio a chiederlo. Non accetto un trasferimento delle funzioni così e basta, deve esserci un riequilibrio delle funzioni all'interno della Comunità.

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