Comunità di valle, Gilmozzi è ottimista«E' l'ora di diventare responsabili»

L'assessore Gilmozzi invita a raccogliere la sfida


Robert Tosin


TRENTO. Le comunità sono fatte. Ora il vero problema sarà fare i "comunitari". E non sarà semplice perchè alle elezioni di domenica prossima si arriva avvolti in un alone di dubbi e incertezze, alimentati dall'apparire all'orizzonte di un oggetto che nonostante tutto rimane ancora misterioso. Ma l'assessore Mauro Gilmozzi, pur non nascondendo le difficoltà, è ottimista.  Assessore, lo scetticismo regna ancora sovrano.  L'elezione è una novità assoluta, e questo forse un po' spiazza. Però la gente si interessa, chiede, si informa. Noi dal punto di vista istituzionale abbiamo fatto il possibile per far conoscere questa nuova realtà che, in fin dei conti, è già operativa.  Non teme la vittoria dell'astensionismo? Non mi aspetto certo l'assalto alle urne, ma questo lo avevamo visto anche al ballottaggio delle comunali. Ma spero proprio che la gente vada a votare, perché è importante.  Il decentramento amministrativo non rischia di appesantire la macchina burocratica? Con le comunità di valle assicuriamo quell'autonomia che i territori chiedono da sempre. Questo non significa moltiplicare strutture e incarichi, ma esattamente il contrario. Qualcuno crede ancora che si tratti di una nuova istituzione che si affianca al comprensorio, ma non è così. Se vogliamo semplificare, la comunità di valle diventa una sorta di "consorzio" dei Comuni i quali possono ottenere servizi di migliore qualità ad un prezzo inferiore, quindi risparmiando sul bilancio proprio pur garantendo ai cittadini ciò di cui hanno bisogno.  Sempre che i Comuni accettino questa situazione, visto che il campanile regge sempre. E' una sfida, questa, per tutto il territorio, non solo per i Comuni. E' la comunità intera che si mette in gioco per migliorare e svilupparsi senza perdere di vista il bilancio e la necessità di contenere le spese. L'obiettivo è avere dei livelli organizzativi efficaci attraverso agenzie, convenzioni, mobilità.  Un bel banco di prova anche per costruire nuove generazioni di amministratori e dirigenti preparati. Noi abbiamo fatto le liste elettorali con squadre motivate da competenza e passione. Altri le hanno costruite solo con l'obiettivo di sfasciare. Sì, qui possono nascere amministratori in gamba non solo dal punto di vista politico, ma anche tecnico.  E qui nascerà anche il Partito del Trentino? E' un punto di partenza. Già il fatto di essersi presentati uniti con Patt e Pd è un grande passo in avanti e ci affida maggiore responsabilità sul territorio, pur nel rispetto dell'autonomia di ciascuno. Il disegno politico è in movimento, ma bisogna pur dire che ogni elezione fa partita a sé. Questa è diversa dalle altre, anche se il conto dei voti sarà inevitabile. Anche quelli pesano.  Però i partiti sono accusati di volersi accaparrare anche le poltrone delle Comunità. E' un controsenso: stiamo trasferendo competenze sul territorio e chiediamo compartecipazione nella gestione. Se i partiti volessero tutto il potere aumenterebbero la centralizzazione, non il contrario.

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