Comunità di valle: 2236 candidati per 327 poltrone

Ci sono 327 posti a disposizione, ma i concorrenti sono 2236. Tutti a caccia di una manciata di voti per occupare le nuove poltrone offerte dalle Comunità di valle, gli enti locali territoriali che sostituiranno i Comprensori. Ieri sono state presentate tutte le liste e ora partirà la campagna elettorale. Si vota il 24 ottobre, con lo strascico prevedibile dei ballottaggi il 7 novembre



TRENTO. Ci sono 327 posti a disposizione, ma i concorrenti sono 2236. Tutti a caccia di una manciata di voti per occupare democraticamente le nuove poltrone offerte dalle Comunità di valle, gli enti locali territoriali che sostituiranno (e supereranno nell’ottica amministrativa) gli attuali Comprensori. Ieri sono state presentate tutte le liste e ora partirà la campagna elettorale. Si vota il 24 ottobre, con lo strascico prevedibile dei ballottaggi il 7 di novembre.
La Vallagarina esagera con 305 aspiranti (e 6 candidati presidente), ma l’Alta Valsugana ne schiera ben 276. Il record di liste spetta alla Vallagarina (10) a pari merito con la val di Fiemme. Gli eletti occuperanno i tre quinti dei posti disponibili, mentre 206 seggi sono riservati ai rappresentanti dei Comuni. Aspettative pecuniarie? Ai consiglieri andranno 40 euro a seduta, ai presidenti dai 2891 euro lordi a 3533 a seconda degli abitanti del territorio. Si tratta di un passaggio amministrativo molto importante per il Trentino che, di fatto, sancisce il fallimento dei Comprensori e riprova su nuove basi a costituire un ente intermedio fra Comuni e Provincia. La novità sta nel fatto che le Comunità avranno compiti operativi e decisionali concreti grazie al decentramento di poteri da parte della Provincia, la quale si spoglia di alcune prerogative per avviare a sua volta la trasformazione in “governo”. Il Trentino si avvia dunque ad essere un piccolo Stato: a piazza Dante il compito di indirizzo politico e grandi strategie; ai territori la gestione pratica dell’amministrazione quotidiana. Prima di arrivarci la strada sarà comunque lunga. Visto il fallimento dei Comprensori è lecito chiedersi se la nuova formula funzionerà. Se vogliamo, l’appuntamento diventa anche un banco di prova per la maturità “democratica” del Trentino.
Ma molte risposte si attendono anche dal fronte politico. Dopo le turbolenti elezioni comunali, qui la maggioranza di centro sinistra prova a presentarsi compatta. Non ci sono fratture e anche il Patt, il più indipendentista, questa volta non fa eccezioni. Non è stato facile, ma le tensioni che esistono nei Comuni in questa occasione si sono un po’ annacquate ed è stato relativamente più facile trovare un punto d’incontro. Inutile dire che la corazzata Pd - Patt - Upt è favorita praticamente ovunque. In buona parte ha mantenuto fede anche al principio delle facce nuove: i candidati presidenti non sono in effetti cariatidi della politica locale.
Sull’altro fronte, nel centro destra, l’occasione viene colta al volo dalla Lega per andare alla conta. Il carroccio si è presentato ovunque col suo simbolo mentre il Pdl si è affidato alle liste civiche territoriali quasi ovunque, ammettendo che qui il simbolo ha poca sostanza. La Lega invece vuole dimostrare che sul territorio c’è ed ha un seguito tutto suo: una dimostrazione di forza all’interno del centro destra per stabilire una leadership pro futuro. Delle comunità di valle alla Lega poco interessa.

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